Disco verde dell’Assemblea legislativa al Rendiconto 2020 della Regione. Il voto è arrivato dopo l’illustrazione dei due relatori, Manuela Rontini (Pd) per la maggioranza, e Marco Mastacchi (Rete Civica) per la minoranza.
“Questo rendiconto non è un mero atto statico che mette in relazione quanto preventivato per il 2020 con quanto incassato e speso a fine anno. Si tratta, infatti, di un consuntivo relativo a un anno segnato dalla pandemia da Coronavirus e che dimostra la capacità di questa Regione di realizzare politiche pubbliche per i cittadini”, spiega Rontini, che inserisce il rendiconto all’interno del pacchetto di bilancio di mezzo anno composto anche dall’assestamento al bilancio per l’anno in corso, dal collegato normativo e dal Documento di economia e finanza regionale (Defr). La Democratica ricorda gli interventi realizzati dalla Regione in questi anni a sostegno delle imprese e delle famiglie, in un contesto segnato da un crollo del Pil che nel 2020 è stato pari al 9%, mentre per il futuro si parla di un forte rimbalzo al rialzo. “Abbiamo reagito con un accompagnamento mirato fatto di assistenza e di rilancio attraverso le politiche pubbliche che hanno permesso la ripartenza quasi lampo che abbiamo visto quest’anno”, sottolinea la relatrice di maggioranza, ricordando “la solidità dei conti pubblici regionali: nel 2020 la Regione non ha fatto ricorso a nuovo indebitamento e anche i costi per mutui e prestiti sono calati di oltre 20 milioni di euro, non è aumentata la pressione fiscale e le politiche pubbliche e gli investimenti sono stati assicurati con i fondi regionali”. Poi ancora: “Questo Rendiconto -spiega la consigliera Pd- dimostra la forza delle donne e degli uomini dell’Emilia-Romagna che hanno saputo reagire alla pandemia. A dire della bontà del documento non sono solo io, ma anche l’annuale relazione della Corte dei Conti, che ha promosso la nostra gestione dei conti pubblici. Ora dobbiamo lavorare per la ripresa e ricollocare l’Emilia-Romagna nel ruolo che le spetta”.
Più cauta la posizione del relatore di minoranza Marco Mastacchi (Rete Civica), che ha messo in guardia dall’avviare nuove linee di finanziamento delle politiche regionali perché “i Comuni, le società partecipate e le aziende sanitarie hanno chiuso in pareggio i bilanci perché ci sono stati stanziamenti straordinari che non sappiamo se ci saranno in futuro”. Mastacchi si è concentrato in particolare sul tema ristori, lamentando i disservizi emersi a seguito della gestione dei codici Ateco e le politiche per ridurre le diseguaglianze in montagna e nelle aree interne, bocciando così le politiche di programmazione della Regione anche alla luce dei ritardi emersi nella realizzazione delle infrastrutture e delle opere di prevenzione al dissesto idrogeologico. Fra gli altri temi toccati dal relatore di minoranza la necessità di contrastare la presenza di cinghiali anche alla luce dei troppi danni che producono all’agricoltura e l’impegno a evitare la Didattica a Distanza, anche attraverso il potenziamento dell’azione di sanificazione e di depurazione dell’aria nelle scuole e sui mezzi di trasporto.
Critiche al rendiconto anche da Marco Lisei (Fdi): “Essendo un documento in continuità con l’anno passato ci sono tutte le criticità che avevamo già denunciato l’anno scorso: è un Rendiconto in cui aumentano i proventi da tributi, diciamo che nell’anno del Coronavirus ci saremmo aspettati qualcosa d’altro….”. Lisei ha anche criticato duramente “l’eccessivo avanzo di amministrazione: c’è una prudenza dell’ente nella gestione dei bilanci, una prassi che critico molto nei periodi di vacche grasse, figuriamoci in quelli di vacche magre, quando sarebbe stato necessario investire di più sul territorio per far ripartire un’economia che porta i segni di una grande crisi. Bisognava allargare la platea di coloro che hanno diritto ai ristori o dare ristori più significativi. A inizio pandemia Bonaccini aveva promesso un bazooka: l’anno del bazooka è diventato l’anno della cerbottana”. Lisei ha anche duramente criticato la gestione della sanità regionale: troppi tagli negli anni passati, scarsa attenzione a quella territoriale.
A tutti ha replicato l’assessore al Bilancio Paolo Calvano ricordando le principali scelte della Giunta nel corso del 2020: niente nuovo debito, niente nuove imposte o tasse locali, risorse per imprese e famiglie, manovre di accantamento realizzate per far fronte alle mancata entrate che già l’anno scorso si profilavano per il 2021. “Se non avessimo fatto così, oggi non saremmo a parlare di un assestamento espansivo, ma il 2021 sarebbe stato all’insegna dei tagli”, spiega Calvano nel rivendicare la decisione di destinare 250 milioni di euro di fondi europei al potenziamento del sistema sanitario regionale: “E’ stata -spiega- una scelta molto emiliano-romagnola frutto della capacità di capire e vedere il futuro. Come diceva Spiderman ‘Da un grande potere derivano grandi responsabilità'”.
E proprio sulla citazione cinematografica è arrivata la bocciatura di Matteo Rancan (Lega): “La frase non era di Spiderman, ma era il monito che lo zio gli rivolgeva e che oggi noi rivolgiamo a voi. Il Coronavirus ha dimostrato i vostri errori del passato, a partire dai tagli alla sanità territoriale, tanto che avete dovuto fare marcia indietro. Ci dicono che dovrebbe arrivare un Patto per la semplificazione, ma ancora non c’è nulla di scritto. Che fine ha fatto l’autonomia regionale? Nei documenti che stiamo per approvare non se ne parla”.
Netta la posizione di Marcella Zappaterra (Pd) che ha elogiato la capacità della Regione di gestire le risorse pubbliche e in particolare “le maggiori risorse per la sanità, il sostegno a imprese e famiglie, l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione che ha permesso di sbloccare investimenti sul territorio. La gestione del 2020 è positiva, non c’è stato nuovo indebitamento. Nonostante il periodo pandemico e tutto ciò che ne è conseguito i conti dell’Emilia-Romagna sono a posto e ciò testimonia la capacità di questa Regione di tenere la barra dritta sapendo tenere i conti in ordine e allo stesso tempo raggiungere gli obiettivi”.
(Luca Molinari)