Promuovere sportelli informativi di associazioni del volontariato impegnate nell’aiuto alla vita nei consultori e all’interno delle strutture ospedaliere emiliano-romagnole. Lo chiedono in Aula i consiglieri della Lega in una risoluzione a firma di Matteo Montevecchi e Maura Catellani. L’atto viene respinto. Per il Pd “è fuorviante individuare in una carenza di informazione la causa del calo demografico”, motiva Roberta Mori.
“La grave emergenza dei nostri tempi sono le culle vuote- spiega Montevecchi- il calo demografico sta registrando i minimi storici. Oggi incentivare la natalità è priorità assoluta. Basti pensare che nel 2019 ci sono 1.474 nati in meno rispetto al 2018”. Il consigliere cita poi alcune realtà, come “Gemma” e il servizio telefonico “Sos Vita” che possono aiutare alcuni casi di maternità difficile o sostenere le scelte di vita, soprattutto quando la “richiesta di interrompere la gravidanza nasce per motivazioni economiche e sociali”.
“Un’iniziativa di buon senso, una scelta di grande civiltà- commenta Valentina Stragliati (Lega)– e lo è sia per le donne in gravidanza sia per quelle che vivono la tragica esperienza dell’aborto spontaneo. Vorrei sottolineare che queste donne non hanno percorsi separati in ospedale e questo non aiuta chi ha vissuto questa tragedia. Non dovrebbero sentirsi sole ma tutelate”.
“Il tema della bassa natalità sta a cuore a tutti- afferma Roberta Mori (Partito democratico)– ma individuare, come fa questa risoluzione, in una presunta carenza di informazione la principale motivazione del calo demografico è fuorviante. La Regione – continua la dem – ha già messo in campo politiche e interventi inediti di supporto alla genitorialità e al benessere collettivo. Non bisognerebbe mortificare la libertà di scelte individuali. I consultori sono punti di rete integrata che svolgono una funzione precisa orientata al supporto ma non alla compulsione delle libertà personali”.
Critico rispetto alle parole di Roberta Mori il consigliere di Fratelli d’Italia, Michele Barcaiuolo: “In questa risoluzione non si parla di chi è a favore o contro l’interruzione spontanea di gravidanza, ma si chiede di aiutare la natalità. Il calo demografico è il problema principale di questa nazione. Ci sono associazioni di volontariato che spesso vengono tenute al di fuori del dibattito, non hanno voce e questo è un vulnus da superare”.
Il consigliere della Lega, Simone Pelloni, invita a leggere con più attenzione il testo della risoluzione. “Bisogna valutare che più di 4mila richieste di interruzione di gravidanza arrivano dai consultori: per questo la risoluzione chiede di intervenire lì dove c’è bisogno, da dove parte la stragrande maggioranza di richieste, che a volte avvengono non per motivi economici. Il problema è quindi capire perché si arriva all’estrema ratio di un’interruzione di gravidanza”.
L’invito a “rileggere l’atto” arriva anche da Maura Catellani (Lega): “La consigliera Mori ci parla di compulsione di libertà individuali, ma in realtà questa risoluzione è a favore della libertà di scelta”.
(Francesca Mezzadri)