Sostenere “le iniziative di solidarietà, accoglienza e concreta vicinanza al popolo afghano a tutti i livelli” e consentire l’evacuazione “immediata senza esclusioni di coloro che sono in pericolo, in particolare il nostro personale e le donne single o sole con figli, le ragazze e persone LGBT+, le attiviste e attivisti per i diritti umani e coloro che sono politicamente esposti, le giornaliste e i giornalisti, gli insegnanti, gli studenti, le operatrici e gli operatori sanitari e sociali e chi ha lavorato in programmi umanitari e di sviluppo con le organizzazioni internazionali”.
E’ l’impegno per l’Afghanistan che la consigliera Roberta Mori (Partito Democratico) chiede alla Regione in una risoluzione di cui è prima firmataria e che è stata sottoscritta anche dai consiglieri Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) e Marcella Zappaterra (Pd).
La Giunta chieda all’Italia e all’Unione europea “di mantenere alta l’attenzione sull’Afghanistan, di attivare corridoi umanitari nei confronti dei rifugiati provenienti dall’Afghanistan e di mantenere un presidio diplomatico dell’Italia per facilitare le richieste di asilo dei cittadini e delle cittadine afghane”. Nell’atto d’indirizzo si sottolinea anche l’importanza di “coinvolgere le Comunità locali nel percorso di consapevolezza, conoscenza ed eventuale accoglienza in forza dell’evolversi della situazione, sostenendo la richiesta formulata da ANCI, nella persona del Sindaco di Prato delegato all’immigrazione, di prevedere un ampliamento straordinario della Rete di accoglienza pubblica SAI (Sistema Accoglienza Integrazione), che stima già oggi di poter disporre di posti aggiuntivi agli esistenti, presso cui accogliere le cittadine e i cittadini afghani per evitare di trovarsi impreparati e poter procedere con una adeguata programmazione”. Infine, la richiesta è quella di inviare la risoluzione ai più alti vertici delle istituzioni italiane ed europee nonché ai parlamentari emiliano-romagnoli e a quelli europei eletti nella Circoscrizione Nord Est.
Mori, Amico e Zappaterra evidenziano come “il dramma afghano di questi giorni, a seguito del ritiro repentino della presenza militare occidentale in Afghanistan e della presa definitiva del potere da parte dei Talebani, ci consegni immagini e testimonianze drammatiche di un popolo abbandonato a se stesso e in balia di una restaurazione perniciosa”.
Dopo aver ricordato i passaggi fondamentali che dal 2001 hanno caratterizzato la missione Nato, la risoluzione si conclude con un appello stringente: “Fintanto che nel mondo le ragazze, le donne e le bambine saranno esposte alla sopraffazione, all’umiliazione e alla violenza di uomini senza scrupoli e dignità, sarà responsabilità della Comunità internazionale impedire la violazione dei diritti umani. Un impegno che ha visto in prima linea anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, il quale ha dichiarato che l’Italia è al lavoro con i partner europei per una soluzione della crisi, che tuteli i diritti umani, e in particolare quelli delle donne”.
(Gianfranco Salvatori)