Sanità e welfare

Movimento 5 Stelle: rivedere procedure di delega per utilizzo Spid

Per i pentastellati l’attuale sistema di delega “è tale da determinare oggettive condizioni di disagio per gli utenti più anziani e altre categorie fragili, con il rischio di accrescere il digital divide”

Con una risoluzione i Cinquestelle sollecitano l’esecutivo regionale “a richiedere il perfezionamento, da parte del governo nazionale, del processo per la definizione della procedura di delega all’utilizzo dello Spid”. I pentastellati, in particolare, chiedono “di definire, anche a seguito di confronto con le associazioni degli enti locali, con le associazioni del terzo settore e con le organizzazioni sindacali, modalità di delega in grado di corrispondere anche a principi di semplificazione e di facilità d’accesso”.

Nel documento si chiede all’amministrazione regionale anche di collaborare con l’esecutivo nazionale “per valorizzare il ruolo degli intermediari istituzionali (quali patronati, Caf, etc) nel rapporto con la pubblica amministrazione nelle procedure di delega, con l’obiettivo di favorire gli utenti più deboli”. Si sollecitano poi “soluzioni che consentano margini di flessibilità rispetto al periodo di accesso tramite Pin”.

Il 28 febbraio scorso, si legge nella risoluzione, “è scattata l’obbligatorietà dell’accesso ai servizi online della pubblica amministrazione con Spid o Cie”.

Numerose associazioni e anche le organizzazioni sindacali dei lavoratori pensionati, spiegano i Cinquestelle, “hanno posto da tempo l’accento sul fatto che solo un numero limitato di pensionati usi il Pin dell’Inps: l’Inps ha infatti reso noto che su 27 milioni di Pin fino ad oggi rilasciati solo 4 milioni sono stati richiesti da pensionati (su un bacino nazionale di 16 milioni)”. Dal 16 agosto, rilevano, è possibile delegare un’altra persona di propria fiducia a utilizzare in autonomia i servizi online dell’Inps, ma ogni persona può designare un solo delegato a sua rappresentanza e ogni delegato può esserlo al massimo per cinque persone (limite che non opera per i tutori, i curatori e gli amministratori di sostegno)”. La situazione descritta, concludono i pentastellati, “è tale da determinare oggettive condizioni di disagio per gli utenti più anziani per altre categorie fragili, con il rischio di accrescere il digital divide”.

(Cristian Casali)

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