E’ stata presentata in commissione Politiche economiche la relazione sulla clausola valutativa della norma che concede agevolazioni agli esercizi commerciali polifunzionali nelle aree soggette a rarefazione commerciale. La Regione ha presentato la modifica a due norme della legge sul commercio, voluta dai consiglieri. In particolare, la relazione ha riguardato la clausola valutativa della legge 23/2017 “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 14 (Norme per la disciplina del commercio in sede fissa) e alla legge regionale 41 del 1997 (Interventi nel settore del commercio per la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori della rete distributiva)”. E’ stato preso in esame il triennio 2018-2020.
Gli esercizi polifunzionali sono quelli con un superficie di non oltre 250 mq che esercitano il commercio al dettaglio, per lo più alimentari, che possono offrire una serie di servizi per la collettività attraverso convenzioni pubbliche o private. Gli esercizi si insediano in aree soggette a rarefazione commerciale (montagna, paesi con meno di 3mila abitanti o dove sono presenti solo tre negozi).
La Legge 41 innova la rete distributiva, fornendo incentivi all’avvio e allo sviluppo degli esercizi. Due delibere regionali stabiliscono i criteri con cui Comuni individuano le aree. A dicembre 2020, in totale ci sono 905 esercizi nelle aree a rarefazione commerciale, distribuite in 89 comuni e si trovano in ogni provincia della regione. Fra i territori più attivi ci sono Piacenza, con 338 esercizi in 14 comuni; Modena, che ne ha 226 in 22 comuni; Ferrara, 126 in 17 comuni e Bologna, con 124 in 19 comuni.
Per beneficiare dei contributi previsti dalla legge 41 è stato emanato un primo bando per l’insediamento e l’avvio. La delibera ha stanziato 600mila euro, con i quali sono stati finanziati 16 esercizi: 7 in provincia di Modena, 6 in quella di Piacenza uno per provincia a Bologna, Ferrara e Forlì-Cesena.
Dalla relazione è emerso che pochi esercizi sviluppano attività in convenzione (bancomat, rilascio di certificati, etc). Solo in due c’è la rivendita di biglietti per i bus. Fra le attività si riscontrano il noleggio di attrezzature per il turismo, le informazioni turistiche, gli internet point. Tre i negozi di alimentari avviati, 1 non alimentare, 1 di affittacamere, 1 rivendita di giornali, 1 rifugio, 1 campeggio. In totale, sono stati concessi 544mila euro. Infine, i Comuni hanno la possibilità di ulteriori incentivi: possono prevedere sgravi contributivi e dare la disponibilità gratuita di immobili. Si ritiene opportuno, in futuro, sensibilizzare maggiormente i Comuni rispetto a queste leve.
Nel 2021-2022 – ma questo non fa parte della clausola presentata – la Regione investirà 800mila euro per altri 20 negozi, concedendo contributi per 570mila euro.
Il Partito Democratico ha giudicato buona l’iniziativa e i risultati raggiunti, affermando, però, che è necessaria una maggiore informazione ai Comuni sull’accesso a queste iniziative e ai bandi, perché le domande, finora, sono state poche. I dem hanno suggerito di affiancare alla legge altri strumenti per invogliare le amministrazioni ad aderire, soprattutto quelle più piccole nelle zone montane.
Positivi i risultati anche per la Lega, che rimarca la necessità di fare arrivare in modo corretto le informazioni ai Comuni e coinvolgere le associazioni di categoria del commercio. In diversi casi, i documenti sono stati presentati in ritardo e questo può essere dovuto alla scarsa attenzione dei Comuni proprio per la carenza di indicazioni chiare.
(Gianfranco Salvatori)