La Giunta spieghi le ragioni per le quali ha concesso una proroga dei tempi di esecuzione della pista ciclabile Salsomaggiore Terme-Fidenza, nel parmense.
Lo chiede in una interrogazione Simone Pelloni (Lega). In un articolato atto ispettivo, il consigliere vuole conoscere perché la Regione non abbia verificato l’operato del dirigente che non avrebbe svolto i controlli previsti dalla legge per ottenere il contributo regionale di 246mila euro da parte del Comune di Fidenza nel 2018. La vicenda, inoltre, aveva avuto uno strascico giudiziario, in sede amministrativa al Tar, e in sede penale. Pelloni chiede se la Giunta abbia mai adottato iniziative “a tutela dell’eventuale richiesta di risarcimento danni nel caso in cui fosse acclarata la falsità ideologica degli atti compiuti dal Comune di Fidenza”.
La Regione, secondo Pelloni, si è limitata a riportare le considerazioni del Comune di Fidenza senza fare verifiche. La pista ciclabile, ricorda il consigliere leghista, avrebbe ricevuto i contributi in mancanza di un requisito essenziale: essere inserita negli strumenti urbanistici comunali approvati con una delibera nel 2017. Il Tar, con una sentenza del 2020, scrive che dai documenti dei ricorrenti “emerge che non vi è prova che il Psc e/o il Regolamento edilizio e urbanistico prevedessero la pista in questione, nel senso prospettato in giudizio dall’amministrazione”. Insomma, è “mancato l’atto amministrativo che avrebbe dovuto apporre … il vincolo preordinato dell’esproprio”. Il Tar ha considerato illegittimo il procedimento di esproprio e ha disposto l’annullamento di “tutti gli atti impugnati” compresa la delibera della Giunta comunale del maggio 2019. Infine, la Corte dei conti dell’Emilia-Romagna, dopo la segnalazione, ha invitato sindaco e Giunta a produrre una deduzione sui fatti.
(Gianfranco Salvatori)