Prorogare l’eventuale dose “booster” (terza o seconda, in relazione ai casi) per tutti quei pazienti guariti dal Covid, che, scientificamente, hanno un’immunità naturale molto elevata.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Michele Barcaiuolo (Fdi), che, citando studi danesi, ricorda come “la malattia più una dose di vaccino garantirebbe una risposta immunitaria molto elevata. In Italia, però, come in altre parti del mondo,si sta facendo strada l’ipotesi di una terza dose di vaccino, o dose “booster”, per prolungare e rafforzare l’efficacia anticorpale delle prime dosi (due o una, a seconda del tipo di vaccino)”.
Il consigliere sottolinea anche come “ci sia un vuoto normativo, rappresentato dai tantissimi italiani che non possono avere il green pass perché ‘ammalati’ non ufficialmente. Sono quei tantissimi cittadini che si sono ammalati di Covid in modo del tutto asintomatico e che, una volta guariti, non sono presenti nei data base delle Ausl come ‘guariti dal Covid’. Gli anticorpi presenti nel loro organismo sono comunque tali che spesso i medici sconsigliano di effettuare una vaccinazione, se non sotto strettissimo controllo medico, causa eventuali reazioni avverse data l’elevata quantità di anticorpi già presenti, che andrebbero a collidere con quelli della vaccinazione. Tutto ciò si inserisce nella necessità, stabilita dal governo, di dotarsi del Green pass per poter lavorare, costringendo, pertanto, queste persone a esosi esborsi di denaro per tamponi rapidi ogni 48 ore, quando basterebbe considerare gli anticorpi come condizione necessaria per ottenere il pass verde”.
Da qui l’atto ispettivo per chiedere la proroga della terza dose per coloro che sono guariti dal Coronavirus e per sapere “se la Regione intenda prevedere un test sierologico per verificare la quantità di anticorpi dei soggetti prima di dirottarli verso la dose ‘booster'”.
(Luca Molinari)