Garantire continuità nella didattica di sostegno e arginare la carenza di docenti specializzati.
A chiederlo, in una risoluzione discussa in aula, sono Marco Lisei e Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia che ricordano come “emerge che l’incertezza sull’assegnazione del docente di sostegno a inizio anno scolastico spesso si traduce, per l’alunno, in una mancata continuità didattica dovuta alla non riassegnazione del medesimo docente avuto l’anno precedente. C’è poi carenza di docenti: al nord, ad esempio, sono 19mila i posti coperti su un totale di 38mila”. I due consiglieri chiedono di “sollecitare il governo nazionale affinché metta in campo tutte le risorse necessarie per risolvere il problema, a partire dal tema della formazione per queste figure”. Richiedono anche “di istituite classi di concorso apposite per l’insegnamento di sostegno, per garantire la continuità didattica e arginare la carenza di docenti specializzati”.
Sulla stessa linea Valentina Stragliati (Lega): “La problematica è atavica e si presenta all’inizio di ogni anno scolastico. Quando si affronta la disabilità serve empatia, a partire dalle istituzioni”. La consigliera ha poi spiegato che la figura del docente di sostegno non deve essere sostituita da quella dell’assistente di sostegno: “Mentre all’insegnante di sostegno spetta una contitolarità nell’insegnamento, essendo un insegnante di tutta la classe chiamato a garantire un’adeguata integrazione scolastica, l’assistente educatore svolge un’attività di supporto materiale individualizzato, estranea all’attività didattica in senso stretto”.
Anche per Giancarlo Tagliaferri (Fdi) “questa risoluzione va supportata, se si crede nella scuola di qualità e nel lavoro delle persone. A Piacenza ci sono insegnanti di sostegno senza stipendio da mesi. Servono soluzioni e non chiacchiere”.
Per Fabio Bergamini (Lega) “troppo spesso il ruolo educativo viene ridotto a un mero passaggio nella vita di giovani e meno giovani che investono nell’istruzione e intraprendono un percorso di vita e lavoro che non ha sempre i risultati attesi. In questo contesto possiamo inserire anche gli insegnanti di sostegno, circa 176mila nelle scuole italiane”. Il ruolo della scuola, ha rimarcato, “deve essere quello di includere, circa il 10 per cento delle famiglie con figli disabili nella primaria hanno presentato un ricorso per chiedere un aumento delle ore di sostegno, così come per il 5 per cento delle famiglie con figli nella secondarie”. Le famiglie, ha concluso, “devono essere tutelate”.
Anche per Valentina Castaldini (Forza Italia) il tema è attuale, “dobbiamo chiederci cosa sta accadendo oggi e quali sono le competenze della Regione”. Serve, ha aggiunto, “dare un sostegno totale alla famiglia che ha a che fare con la disabilità, in quanto le fragilità sono aumentate: questa Assemblea deve guardare con profonda attenzione a come si è modificata la disabilità in questi ultimi due anni”.
L’atto d’indirizzo è stato respinto dall’Assemblea legislativa. Per il Pd, è intervenuta Marilena Pillati: “Il tema, quello relativo all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, è importante e nei nostri territori c’è molta attenzione, a partire dalle istituzioni, compresa la Regione Emilia-Romagna”. “Dobbiamo dare assolutamente risposte alla carenza dei docenti di sostegno”, ha sottolineato. Anche la consigliera dem ha ribadito che “gli insegnanti di sostegno non devono essere confusi con gli assistenti di sostegno”. Recentemente, ha aggiunto, “è stato previsto uno stanziamento sul tema inclusione scolastica: va fatto ogni sforzo per rendere più inclusiva la scuola”. La soluzione al problema, ha concluso, “non può essere però la modifica delle classi di concorso per l’insegnamento di sostegno, crediamo che la soluzione prospettata da Fdi non aggredisca le criticità”.
(Cristian Casali)