La Regione chieda al governo di rivedere o sospendere l’attuale normativa sul rilascio delle trote per la pesca sportiva, affinché gli allevatori possano adeguare l’approvvigionamento di esemplari. E’ passata, a larga maggioranza, la risoluzione presentata da Simone Pelloni (Lega) che ha visto anche il voto favorevole di due emendamenti presentati da Marco Fabbri (Partito democratico).
Pelloni ha ricordato che una circolare del ministero dell’Ambiente, nel 2020, “ha vietato l’immissione di trote dei ceppi iridee e fario, consentendo unicamente le semine di trote di ceppo mediterraneo, difficili da reperire e comunque costosissime”. Sono, ha continuato il consigliere leghista, misure rigide per la pesca sportiva e che creano danni agli allevamenti ittici. “L’adeguamento alle norme danneggia gli allevatori perché i tempi di riproduzione di queste trote vanno da due a tre anni. Le Regioni possono chiedere una deroga al ministero, ma finora solo Marche e Umbria hanno avuto, in modo parziale, il via libera a rilasciare in acque le trote iridee. La norma va rivista o sospesa, fino a che non c’è un adeguamento. A risentirne economicamente è una filiera composta da pescatori sportivi, turisti, laghetti di montagna e aziende che occupano addetti per produrre le attrezzature per la pesca”.
Marco Fabbri (Pd) ha precisato, negli emendamenti, che “la risoluzione non va verso una richiesta di deroga. Due sono i punti critici: manca un’adeguata concertazione con le Regioni sulle specie autoctone, che da noi sono 55 mentre l’elenco nazionale le riduce a 23. Inoltre, non ci sono evidenze scientifiche che invece noi misuriamo da 20 anni. Chiediamo gradualità, comunicazione e concertazione. C’è un sistema economico che rischia la crisi”.
(Gianfranco Salvatori)