La Regione realizzi un Piano di assistenza personalizzato (Pap) per aiutare le persone diversamente abili.
A chiederlo, in una risoluzione, sono Marco Lisei, primo firmatario, e Michele Barcaiuolo (Fdi), che chiariscono quali dovrebbero essere i punti di questo progetto: accesso dai 18 anni fino al mantenimento delle condizioni di indipendenza; contributo mensile, per 12 mensilità, da un minimo di 1.000 euro fino ad un massimo di 2000 euro; richiesta per l’accesso al contributo da parte del diretto interessato o da un suo familiare. Il distretto sanitario competente per territorio costituirà l’Unità di valutazione multidisciplinare (Uvm) ovvero un’articolazione operativa della zona-distretto ed è composta da un medico di distretto, un assistente sociale e un infermiere professionale.
“La Uvm è di volta in volta integrata dal medico di medicina generale della persona sottoposta a valutazione. La UVM, inoltre, in relazione ai casi in esame, è integrata dalle professionalità specialistiche, sociali e sanitarie, e dagli operatori coinvolti nella valutazione ritenuti necessari. La Uvm può ascoltare, su richiesta, le persone oggetto della valutazione o i loro familiari e riceverne memorie scritte”, spiegano i consiglieri, per i quali “l’assistente dovrà essere assunto e assicurato dal percettore del contributo e scelto fra figure non rientranti nell’ambito familiare; sarà inoltre compito del percettore rendicontare mensilmente, tramite busta paga, assegno o bonifico che attesti il pagamento della retribuzione spettante”.
Da qui la risoluzione di Lisei e Barcaiuolo per impegnare la Giunta “al fine di garantire fattivamente alle persone con disabilità il pieno diritto a condurre una vita sempre più libera e inclusiva all’interno della società, a integrare la normativa regionale sulle ‘non autosufficienze’ attraverso la realizzazione di un Piano di Assistenza Personalizzato che accolga le proposte”.
(Luca Molinari)