AIPA Spa (Agenzia Italiana per le Pubbliche Amministrazioni) è un’azienda specializzata, con sede a Milano ma operante in tutta Italia, nei servizi di accertamento e riscossione dei tributi locali per conto degli enti locali, arrivata ad operare per 1.200 Comuni. Per il Comune di Bologna, dal primo novembre 2013, i servizi di accertamento e riscossione dell’Imposta Comunale sulla Pubblicità, dei Diritti sulle Pubbliche Affissioni, del Canone di Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche e della Tares giornaliera, erano gestiti dal concessionario RTI (raggruppamento temporaneo di imprese) tra AIPA SpA e ICA srl.
Il 21 dicembre 2009, il Comune aveva aggiudicato, a seguito di una gara ad evidenza pubblica, al RTI formato da Abaco SpA (mandataria), Engineering tributi SpA (mandante) e Dogre srl (mandante) l’affidamento in concessione del servizio delle pubbliche affissioni, del servizio di accertamento e riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità, del diritto sulle pubbliche affissioni, del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche e della tassa giornaliera di smaltimento per il periodo dal primo gennaio 2010 al 31 dicembre 2015. Ma AIPA aveva presentato ricorso al TAR Emilia-Romagna che, con sentenza 377/2012 l’aveva accolto, conducendo così il Comune di Bologna all’affidamento in concessione dei servizi sopra richiamati, prima fino al 31 dicembre 2015 e successivamente fino al 31 ottobre 2019 al RTI formato dalle ditte Mazal Global Solutions srl (subentrante alla mandataria AIPA SpA) e ICA srl (mandante).
Il 24 marzo 2014 il Presidente del Cda di AIPA è stato arrestato con l’accusa di aver sottratto alcuni milioni di euro dai conti correnti della propria società, denaro, questo, di spettanza di alcune decine di amministrazioni comunali, destinandolo a spese personali; l’11 settembre 2015, l’ormai ex Presidente di AIPA è stato condannato, con il rito abbreviato, a 3 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di peculato continuato. “L’inchiesta era stata aperta dalla Procura di Milano e condotta dai reparti della Guardia di Finanza di Lecco ed era stata originata non come si potrebbe pensare dalle denunce dei Comuni per gli ammanchi nei versamenti alle loro casse, ma da una segnalazione alla Banca d’Italia, per evidenti anomalie nelle entrate e nelle uscite di denaro, di un dipendente dell’istituto di credito dove il Presidente di AIPA S.p.A. aveva aperto uno dei due conti, formalmente intestati alla società stessa ma, secondo le indagini, sconosciuti ad essa”.
A dicembre 2015, il Comune di Bologna avrebbe ottenuto (a propria tutela) lo scambio delle quote di maggioranza e minoranza nel RTI tra Mazal ed ICA; “i dipendenti dell’ufficio di Bologna di AIPA-Mazal non ricevono lo stipendio da due mesi, non hanno ricevuto metà della tredicesima, non sarebbero coperti dal punto di vista contributivo da diversi mesi (dall’estate 2015) e ad essi non viene più accantonato il TFR”.
Muove da queste premesse l’interrogazione alla Giunta presentata da Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle.
La consigliera segnala come oltre al capoluogo diversi Comuni del territorio regionale si siano serviti o si servono di AIPA e poi di Mazal Global Solutions srl. Piccinini aggiunge che “le amministrazioni comunali, coinvolte come danneggiate nell’inchiesta che ha visto condannato il Presidente di AIPA S.p.A., non si sarebbero accorte, per anni, degli ammanchi e non si sarebbero, nemmeno, costituite parte civile nel procedimento giudiziario nei confronti del Presidente di AIPA S.p.A. che ha portato alla sua condanna, ciò è rivelatore della difficoltà per gli enti locali di riuscire a controllare esattamente i flussi di cassa generati dai versamenti dei tributi, quando non addirittura di fenomeni che, se dimostrati, potrebbero avere rilevanza penale”.
Di qui le richieste di chiarimenti alla Giunta. A tutela dei bilanci dei Comuni coinvolti, e dei lavoratori che vedono a rischio le loro spettanze ed il loro stesso posto di lavoro, Piccinini chiede alla Giunta di prestare la propria opera di coordinamento ed indirizzamento, anche con la predisposizione di un tavolo comune (da tenere in Regione, ma a cui invitare oltre agli enti locali coinvolti, rappresentanti delle aziende concessionarie ed eventuali figure nominate dalla magistratura, quali liquidatori, custodi giudiziari, i rappresentanti sindacali dei lavoratori, nonché, rappresentanti di Inps e Inail) ed al fine di trovare delle possibili soluzioni.
Chiede, inoltre, quale riscontro abbia avuto in termini di utilizzo la procedura messa in campo da Intercenter nel 2013 e se sia replicabile ed estensibile. Piccinini chiede, infine, se sia valutabile, in questa fattispecie, lo strumento dell’appalto che darebbe facoltà alle stazioni appaltanti di pagare, anche in corso d’opera, direttamente ai lavoratori, le retribuzioni arretrate, detraendo il relativo importo dalle somme dovute all’appaltatore per l’esecuzione del contratto.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(rg)