“Il 13 aprile scorso è stato approvato, dal Comitato di settore Regioni-Sanità, l’Atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”, nel cui ambito si propone una configurazione strutturale dell’assistenza primaria e delle funzioni del medico in rapporto di convenzionamento con il Sistema sanitario nazionale finalizzate a una diversa organizzazione del sistema sanitario territoriale, che porti, in particolare, a un’articolazione, in ambito distrettuale, di nuove unità organizzative”.
Lo riferiscono due consigliere del Pd in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, dove segnalano che “si dovrà procedere a una revisione e riorganizzazione dei processi assistenziali e di accesso alle prestazioni, mediante il coordinamento dell’attività dei medici convenzionati e degli altri professionisti sanitari, con la creazione delle cosiddette Aggregazioni funzionali territoriali (AFT), un modello organizzativo territoriale mono-professionale in ambito distrettuale, attraverso il quale i medici del ruolo unico di cure primarie, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali che vi partecipano garantiscono l’assistenza e la realizzazione di specifici programmi e progetti di assistenza”.
Le AFT, in particolare,- sottolineano le consigliere- assicureranno l’accessibilità a tutti gli assistiti articolando l’apertura degli studi dalle 8 alle 20 nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, con un’ulteriore estensione prioritaria dalle ore 20 alle ore 24, e dalle 8 alle 20 il sabato e i festivi, mentre nella successiva fascia oraria l’assistenza è assicurata dal servizio di emergenza urgenza 118”.
“Sulla base di questa riforma, ovvero del progetto H16, – spiegano- scompariranno quindi i medici di continuità assistenziale, le ex guardie mediche, che assicuravano in particolare il servizio notturno”.
E’ vero che il “servizio di guardia medica in diversi casi non è risultato adeguato alle esigenze del cittadino”,- aggiungono- ugualmente, tuttavia, questo “rappresenta l’unico servizio che può operare nelle emergenze, soprattutto nelle aree interne, nelle zone montane e in genere nei piccoli comuni”.
Ci sarebbero quindi “notevoli perplessità e preoccupazioni ” rispetto a un quadro che “pare configurarsi come una riduzione dell’offerta assistenziale rivolta ai cittadini nelle ore notturne, nei giorni prefestivi e festivi”, con l’ulteriore conseguenza- si legge nell’interrogazione- dell’obbligo a carico dell’utente di rivolgersi al sistema di emergenza territoriale (118) e ai pronto soccorso. “I mezzi di soccorso, inoltre,- evidenziano le firmatarie- saranno potenzialmente sottratti a codici rossi perché magari impegnati in interventi di assistenza di base e i luoghi più isolati del territorio regionale, come le località appenniniche, spesso privi di un ospedale nelle vicinanze, saranno depauperati di un importante presidio di continuità assistenziale”.
“Pur consapevoli della necessità di riorganizzare il sistema di risposta della medicina territoriale”, le consigliere chiedono quindi se questo progetto sia coerente con le politiche finora attuate dalla Regione, se, contestualmente al progetto H16, sia previsto un potenziamento del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto soccorso e se esista già una previsione o se si procederà successivamente a una rilevazione dei dati che consenta di comprendere le nuove esigenze e l’incremento delle chiamate ai 118 e degli accessi al Pronto soccorso.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(Antonella Celletti)


