Verificare il possibile avvelenamento da radiazioni del personale che lavora a contatto o vicino al deposito rifiuti dell’ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna. A chiederlo è un consigliere della Lega nord, che ha presentato una interrogazione alla Giunta nel merito della gestione dei rifiuti radioattivi presso la struttura sanitaria.
Il consigliere, a questo proposito, rileva che “il personale incaricato di raccogliere e stoccare i rifiuti non è stato oggetto di visite mediche volte a diagnosticare l’eventuale presenza di sintomi conseguenti all’esposizione a radiazioni ionizzanti”. Inoltre, rimarca, “lo stesso personale non è dotato di dosimetro, non è quindi valutabile l’esposizione individuale a eventuali radiazioni ionizzanti e, quindi, chi opera con i rifiuti ospedalieri potrebbe essere stato esposto, per anni, a pericolose radiazioni”.
Come ricorda l’interrogante, “i rifiuti ospedalieri, tra i quali quelli speciali e pericolosi, sono stoccati in appositi container che poi vengono trasportati in discarica”. In particolare, sottolinea, “i rifiuti radioattivi non potrebbero essere stoccati assieme agli altri”, e quindi “quando i sensori della discarica rivelano l’emissione di radiazioni da parte dei rifiuti ospedalieri, l’Azienda ospedaliera è tenuta al pagamento di una penale”. A quanto riporta l’esponente Ln, “per ovviare a questo problema, sono stati di recente istallati sensori di radioattività anche presso il deposito rifiuti dell’ospedale”, in modo tale che, conclude, “quando un carico di rifiuti attiva i sensori di radioattività, questi, anziché essere collocati all’interno dei container, sono sistemati al di fuori di essi per alcuni giorni, fino, pare, al decadimento della carica radioattiva”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(Cesare Cicognani)