La Regione Emilia-Romagna dovrebbe chiarire i motivi che l’hanno portata a “a inserire nelle Unità territoriali omogenee, aree sulle quali i Consorzi hanno l’obbligo di eseguire i lavori con la contribuenza montana, una porzione del Comune di Faenza evidentemente allocata in pianura, come il centro storico o l’area della stazione, allargando i confini di chi teoricamente beneficerà del presidio idrogeologico”.
A chiederlo è un consigliere della Lega Nord, in una interrogazione alla Giunta in cui sottolinea che “l’ampiamento di suddetta base contributiva ha portato benefici, con il riparto degli oneri consortili ad una più ampia platea, ai vecchi consorziati che effettivamente godono dei benefici perché allocati in territorio montano”, causando così “disparità contributive in base ai reali benefici”.
L’esponente leghista ricorda che “è accertata l’assenza dell’avvenuta realizzazione di nuove opere di bonifica o la consegna di opere già realizzate, verificabile dagli atti consortili” e ribadisce quindi che “l’assenza di opere di bonifica per il territorio di pianura costituisce assenza di beneficio e di conseguenza di potere impositivo”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(Cesare Cicognani)