Ambiente e territorio

Gibertoni (Misto): manutenzione inadeguata degli argini del Reno e del Cavo Napoleonico

In particolare, la consigliera sollecita un lavoro di ricucitura dei corridoi ecologici di pianura a salvaguardia delle specie animali, in particolare a tutela dell’avifauna nidificante

Con un’interrogazione Giulia Gibertoni (Misto) chiede al governo regionale di intervenire affinché sia programmato nelle aree lungo il corso medio del Reno e lungo il Cavo Napoleonico (tra il ferrarese e il bolognese) un lavoro di ricucitura dei corridoi ecologici di pianura a salvaguardia delle specie animali, in particolare, ma non solo, a tutela dell’avifauna nidificante.

La consigliera si riferisce, infatti, ai lavori di manutenzione degli argini di questi tratti fluviali, e parla, come denunciato anche dalle associazioni ambientaliste, di “taglio di alberi fuori misura”. Taglio, precisa, “che doveva essere limitato solo alle piante con caratteristiche di pericolosità, per preservare il corridoio ecologico e salvaguardare la funzione di fascia tampone”. Invece, aggiunge, “non sarebbe stata salvaguardata la zone di protezione speciale denominata ‘Fiume Po da Stellata a Mesola e Cavo Napoleonico’”. Un lavoro, ripete, “che contrasta in modo evidente con le misure specifiche di conservazione dell’area protetta”.

La stessa legge regionale 7 del 2014, specifica poi la capogruppo, richiede di prevedere per le aree di interesse naturalistico “il coordinamento delle misure finalizzate alla riduzione del rischio idraulico con le esigenze di tutela e valorizzazione dei boschi e della vegetazione arborea e arbustiva nelle aree di pertinenza idraulica, attraverso forme di programmazione e controllo delle attività di gestione degli interventi di manutenzione”. Norma, prosegue, “che richiedeva, peraltro, anche l’approvazione di linee guida per la programmazione e la realizzazione degli interventi di manutenzione dei boschi e della vegetazione riparia e l’approvazione di programmi collegati (secondo le priorità individuate nelle stesse linee guida)”. Ma di questi documenti, sottolinea, “non c’è ancora alcuna traccia”.

(Cristian Casali)

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