La richiesta era quella di revocare la circolare del Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione Emilia-Romagna, del 9 dicembre, applicando soltanto “le indicazioni ministeriali per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione Covid in ambito scolastico, stabilite dalla nota dell’ottobre 2021, per garantire il più possibile le lezioni in presenza ed evitare così periodi prolungati di didattica a distanza determinati dalla suddetta circolare regionale”.
Lo ha chiesto in un’interrogazione, affrontata nel question time, il consigliere Matteo Montevecchi (Lega). Il testo era stato firmato anche colleghi del Gruppo Massimiliano Pompignoli, Emiliano Occhi, Matteo Rancan, Stefano Bargi, Fabio Bergamini, Andrea Liverani, Maura Catellani, Daniele Marchetti, Valentina Stragliati e Simone Pelloni. La risposta dell’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, è stata che non c’è alcune modifica, nella nota del 28 ottobre, del “documento tecnico del Ministero. Si cambia solo se è lo stesso Ministero a indicarlo. L’aggiornamento con l’Ufficio scolastico regionale è continuo. Le indicazioni della nota regionale servono per razionalizzare le attività di testing. Infatti, se viene realizzato un tampone entro 3 giorni dall’ultimo contatto, per gli studenti non è previsto un ulteriore test due giorni dopo”.
Il 9 dicembre, ha ricordato Montevecchi, una circolare della Regione prevedeva di applicare una modalità più restrittiva prevedendo una tampone a 4 giorni dal contatto con un positivo in classe. La nota del 28 ottobre, del Ministero, esplicita la “necessità di favorire la didattica in presenza per rendere il più possibile omogenee a livello nazionale le misure di prevenzione attuate in ambito scolastico”. Risulta evidente l’intervento del 9 dicembre “introducendo la possibilità di avvalersi di misure più restrittive, contrasti con quanto dichiarato dalle linee ministeriali”.
(Gianfranco Salvatori)