La giunta non ritiene di dover censurare l’operato del cda della 3Elle? E’ la domanda sottesa a un’interrogazione di Galeazzo Bignami (Fi), che interviene sulle vicende della storica cooperativa imolese, che “dallo scorso anno si trova in concordato preventivo e ha posto in licenziamento gli ultimi lavoratori dopo la mancata manifestazione di interesse da parte di eventuali acquirenti”. Bignami (che chiede anche alla giunta se non ritenga che il ricorso tardivo alla cassa integrazione e ad altre forme di solidarietà abbia influito negativamente sulle sorti della cooperativa) prende le mosse dagli esiti di una ispezione del ministero dello Sviluppo economico, di cui ha parlato nei giorni scorsi la stampa locale, che “ha mosso alcune osservazioni di particolare rilievo”, tra cui “i ritardi nella gestione della crisi dell’azienda e una disparità di trattamento tra i soci. L’ispezione- scrive Bignami- sarebbe stata programmata in seguito all’esposto di un socio, presentato il 23 dicembre del 2014, mentre destinatario del verbale di accertamento sarebbe stato il presidente della cooperativa stessa”.
Gli ispettori avrebbero rilevato “aspetti sicuramente censurabili tenuti dal consiglio di amministrazione dimissionato in data 27 settembre 2013” e avrebbero segnalato- sempre secondo il consigliere- “il tardivo ricorso alla cassa integrazione straordinaria e alle ulteriori forme di solidarietà”.
“Altra criticità importante,- si legge nell’atto ispettivo- evidenziata nella relazione ministeriale, riguarda lo scarso coinvolgimento dei soci nella gestione successiva del problema”. Il cda, infatti, non avrebbe “formalmente interessato i soci della 3Elle-N”, non “avrebbe affisso presso la sede sociale l’estratto dell’ispezione” e non ne avrebbe consegnato copia ai soci.
“Il fatto che i soci non fossero stati messi a conoscenza dell’ispezione ministeriale- segnala Bignami- appare un fatto preoccupante e discutibile: è da ipotizzare infatti che se i soci fossero stati opportunamente informati, diverso sarebbe stato il percorso che ha portato alla nascita della newco 3Elle-N, che ha affittato un ramo d’azienda della 3Elle”.
La 3Elle- prosegue- aveva in tutto 256 dipendenti e soci lavoratori, di questi, in seguito alla richiesta di concordato in bianco, 80 avevano scelto di confluire nella newco 3Elle-N, circa 60 avevano deciso di far confluire i propri ammortizzatori nel capitale sociale della nuova cooperativa, mentre i restanti avevano optato per la mobilità volontaria salvo una quarantina di dipendenti rimasti in organico alla 3Elle”.
Il consigliere vuole anche sapere se la Regione intenda approfondire ulteriormente la vicenda e informarsi sugli accordi di mobilità firmati dai lavoratori che garantivano la restituzione della quota di capitale sociale e sulle tempistiche di tale restituzione.
Altre richieste: quanti soci di 3Elle abbiano chiesto di diventare soci nella newco 3Elle-N, quali notizie ci siano sullo stato occupazionale della neonata 3Elle-N e, infine, se la Regione intenda prendere posizione rispetto all’obbligo dei consigli di amministrazione di informare i soci delle cooperative sulla reale situazione di crisi e su eventuali ispezioni ministeriali, per evitare in futuro il ripetersi di situazioni analoghe.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)