Audizione in commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, con i rappresentanti di Coter srl (Consorzio del circuito termale dell’Emilia-Romagna), di FoRST (Fondazione ricerca scientifica termale), di Federterme e dell’Unione di prodotto terme, salute e benessere dell’Emilia Romagna sul ruolo del termalismo emiliano-romagnolo alla luce della legge regionale 4 del 2016 sull’ordinamento turistico regionale.
Lino Gilioli, presidente del Coter, ha fotografato la situazione delle terme in Emilia-Romagna: “Sono ventiquattro i centri nella nostra regione (22-24% del termalismo nazionale) e 277.000 gli utenti che nel 2015 hanno frequentato terme, principalmente donne (58%) e over 60 (56%). Il fatturato diretto delle terme corrisponde a 80 milioni di euro, per un indotto economico totale pari a 630 milioni. La forza lavoro impegnata nel settore equivale a 2.500 unità (12.600 unità nell’indotto): solo le terme di Bagno di Romagna sono a gestione pubblica”. Nelle legge sull’organizzazione turistica, ha concluso il relatore, “è necessario valorizzare le reti regionali, prevedere risorse per il progetto trasversale terme, incentivare i privati e favorire la formazione professionale”.
Per Aldo Ferruzzi, presidente di FoRST, fondazione che si occupa di ricerca e medicina termale, “la terapia termale ha conservato nei secoli un valore intrinseco, oggi è però la ricerca scientifica ad assume un valore primario: 6,2 milioni di euro sono i fondi raccolti dal 2001 al 2015 per la ricerca. La longevità della società moderna passa anche dai territori termali, luoghi in cui gestire e mitigare gli effetti della cronicità collegata all’invecchiamento”.
È poi intervenuto Aurelio Crudeli, direttore generale di Federterme: “È attualmente attivo, presso il ministero della Salute, un tavolo per dare nuovo impulso al settore termale: il primo documento verrà pubblicato intorno al 20 di luglio, invito le Regioni a partecipare ai nostri incontri”. Quello delle terme è un settore, ha aggiunto, “che può essere notevolmente sviluppato, dal 2008 ad oggi ha subito una flessione dell’8%. Le strutture termali- ha poi evidenziato- devono essere integrate al sistema della riabilitazione. Il sistema sanitario, sfruttando l’attività dei nostri impianti, può conseguire risparmi importanti”. Chiediamo, ha concluso, “la revisione delle tariffe relative alle cure termali e una particolare attenzione alle concessioni minerarie”.
Per Iglis Bellavista, presidente dell’Unione di prodotto terme, salute e benessere, “è necessario promuovere il settore, abbiamo sviluppato percorsi turistici rivolti a tutti i cittadini, anche ai bambini, abbiamo organizzato campagne pubblicitarie, programmato collaborazioni, eravamo presenti a Expo”. È importante, ha concluso, “rafforzare il binomio terme-territorio, è fondamentale una promozione coordinata a livello regionale”.
(Cristian Casali)