Sono passati sei mesi dall’ultimo appello, datato febbraio 2016, della Garante delle persone private della libertà dell’Emilia-Romagna, Desi Bruno, sull’assenza del magistrato di sorveglianza competente per il carcere di Rimini (insieme a quello di Forlì e Ravenna), e già allora era da più di un anno che i detenuti non avevano modo di incontrare il magistrato: un problema che ha influito soprattutto sulle istanze di provvisorie concessioni di misure alternative alla detenzione, peraltro senza essere possibile una celere fissazione della camera di consiglio del tribunale, proprio perché spesso non vi era un formale provvedimento di rigetto.
Sul tema, “caldo e ben più volte rappresentato a chi di competenza” la figura di garanzia dell’Assemblea legislativa si è confrontata con la Garante comunale di Rimini, Ilaria Pruccoli, dopo che la vicenda è stata segnalata anche dal Coordinamento regionale delle camere penali dell’Emilia-Romagna nel documento che spiegava le ragioni della loro astensione dalle udienze il 12 e 13 luglio. “Le problematiche maggiori si rilevano nella gestione delle istanze di permesso, di liberazione anticipata ordinaria e speciale e nella totale non applicazione della legge 199 sull’esecuzione domiciliare delle pene”, scrivono gli avvocati penalisti. “Oggi la situazione di sostanziale paralisi dell’Ufficio è ancora più grave in quanto il dottor Raffa svolge funzioni di presidente, e ciò ha determinato l’impossibilità di sottoporre allo stesso qualsiasi situazione afferente istanze o procedimenti, in quanto ha interrotto i colloqui con i difensori”.
(Jacopo Frenquellucci)