In Emilia-Romagna tra gli addetti ai lavori c’è di nuova “una forte preoccupazione per il problema del sovraffollamento nelle carceri, che pensavamo superato ma così evidentemente non è estato: il momento è delicato, anche a causa del caldo”. A sollevare il problema, questa mattina durante la sua relazione davanti all’Assemblea legislativa sull’attività svolta nel 2015, è Desi Bruno, Garante regionale delle persone private della libertà personale, che rivela come al 30 giugno 2016 a fronte di una capienza regolamentare di 2.800 persone i ristretti nelle 11 strutture della regione sono 3.128, di cui 2.996 uomini e 132 donne.
Alla Dozza di Bologna i detenuti sono 716, a fronte di una capienza di 497 unità. A Ferrara si contano 343 ristretti su 252 posti. A Modena la capienza regolamentare è di 372 posti, ma le presenze sono 431. Problemi con il sovraffollamento anche a Parma (585 detenuti rispetto ai 468 previsti) e Ravenna (49 posti, 65 detenuti). Meno gravi le situazioni a Rimini (133 detenuti su 131 posti) e Reggio Emilia (235 su 224). Al contrario la casa lavoro di Castelfranco Emilia (75 su 182), l’ex Opg di Reggio Emilia (45 su 82), il carcere di Forlì (118 su 144) e quello di Piacenza (382 su 399) sono strutture che risultano sottoutilizzate.
“I problemi del tribunale di sorveglianza incidono sulla mancata applicazione delle misure alternative, e anche sull’espulsione dei detenuti stranieri- spiega la figura di garanzia dell’Assemblea legislativa-. La carenza di educatori poi non aiuta certe a istruire le pratiche per le misure alternative, e a questo si deve aggiungere anche l’incremento delle custodie cautelari”. Insomma, semplifica la Garante, “grazie alle nuove norme sulla giustizia registriamo meno ingressi, ma ci sono ancora troppe difficoltà per le uscite”.
Inoltre, prosegue Bruno, “si aggiungono i problemi con la custodia aperta: in assenza di occupazioni quotidiane si stanno creando conflittualità dovuta al sovraffollamento”.
In questo senso si registra, ricorda la Garante, che sin da questa primavera, il Capo dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria, Santi Consolo, ha indirizzato ai Provveditori regionali e ai direttori degli istituti, una circolare orientata proprio a ovviare al lento ma costante incremento della popolazione detenuta determinato da flussi d’entrata prevalenti rispetto alle uscite in libertà. Le tre linee d’intervento prospettate dal vertice dell’Amministrazione Penitenziaria hanno indicato, riporta Bruno, “il recupero dei posti attualmente non disponibili attraverso procedura di finanziamento della Cassa delle Ammende per la manutenzione dei fabbricati”, “l’ipotesi di segnalazione d’ufficio alla magistratura di sorveglianza competente dei detenuti condannati in via definitiva che rientrano nei termini per l’accesso alle misure alternative alla detenzione” e infine “il bilanciamento delle presenze negli istituti penitenziari, tenendo conto delle strutture con maggiori posti a disposizione, anche attraverso l’utilizzo delle colonie agricole di Is Arenas, Isili, Mamone e Gorgona”.
(Jacopo Frenquellucci)