Passaggio delle competenze dalle Province alla Regione in previsione del riordino territoriale, semplificazione delle procedure di iscrizione nei registri locali per le associazioni del terzo settore, “sblocco” della possibilità in caso di fallimento di cedere gli alloggi di edilizia sociale a proprietà indivisa, abrogazione della Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati, revisione delle norme sull’affido dei minori indicando la comunità come ultima soluzione.
Sono queste le principali novità introdotte dalla norma “Modifiche legislative in materia di politiche sociali, abitative, per le giovani generazioni e servizi educativi per la prima infanzia, conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale”, che l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato a maggioranza nella seduta di oggi pomeriggio. Si sono espressi a favore Pd e Sel, la Ln si è astenuta, mentre M5s, Fi e Fdi-An hanno scelto di votare contro.
“Con questa legge portiamo chiarezza normativa e semplificazione in un sistema che ha bisogno di omogeneità su tutto il territorio regionale- spiega la relatrice di maggioranza, Ottavia Soncini (Pd)– Riserviamo una particolare attenzione nei confronti dell’associazionismo, e vogliamo dare una occasione ai giovani sostenendo il loro desiderio di cittadinanza attiva”.
Secondo il relatore di minoranza Daniele Marchetti (Ln) “l’autorizzazione per la cessione degli alloggi a proprietà indivisa e l’abolizione della Consulta degli stranieri sono aspetti che valutiamo positivamente, tutte le leggi regionali che vengono modificate non hanno però la nostra condivisione e andrebbero riviste ulteriormente”.
Come commenta Stefano Caliandro (Pd) “le recenti modifiche istituzionali ci pongono davanti a nuove sfide, abbiamo risposto costruendo un welfare che continui ad essere universalistico, di molti e non di parte”. La collega Valentina Ravaioli (Pd) è intervenuta per ricordare l’impegno dell’Assemblea contro il bullismo, in particolare quello cibernetico, anche attraverso una apposita risoluzione. Luca Sabattini (Pd) ha ribadito che “le modifiche non sono solo tecniche, quella sulla proprietà indivisa influirà sulla vita di moltissimi cittadini”.
Per Raffaella Sensoli (M5s) “non c’è stato alcun confronto sul tema, non si tratta solo di adeguamenti normativi, in alcuni casi sono invece vere e proprie modifiche sostanziali, con la completa riscrittura di interi articoli che finiscono per favorire il privato al posto del pubblico”.
Secondo Tommaso Foti (Fdi-An) “ci sono diversi errori procedurali, invece che mettere insieme sei disegni di legge sarebbe stato meglio affrontare le materie separatamente invece che fare i correttori di bozza sostituendo la parola ‘Provincia’ con quella ‘Regione’”.
Igor Taruffi (Sel) dichiara che “la nostra valutazione nei confronti della legge è nel complesso positiva, anche se continuiamo a pensare che il pubblico debba avere centralità in ogni occasione possibile”.
In conclusione di dibattito è intervenuta la vicepresidente della Regione con delega al Welfare, Elisabetta Gualmini: “Questa legge è mossa da uno spirito pragmatico, non ideologico, che vuole risolvere i problemi cogenti e valorizzare e confermare il nostro sistema integrato e plurale di offerta di servizi pubblici, e noi rivendichiamo il tentativo di utilizzare in maniera parsimoniosa e corretta le risorse a disposizione: invece che intraprendere sei e lunghi farraginosi processi per cambiare in senso tecnico leggi regionali, abbiamo deciso di costruire un pacchetto di norme sulle politiche di welfare”.
Durante il dibattito sono stati votati 27 emendamenti: sono stati approvati due proposte di modifica a firma della Giunta regionale, uno a firma della relatrice Soncini e dei colleghi Giuseppe Paruolo e Paolo Zoffoli (Pd) e quattro presentanti da Raffaella Sensoli (M5s). Sono stati invece respinti tre emendamenti di Tommaso Foti (Fdi-An), dodici di Sensoli e cinque del collega Andrea Bertani (M5s).
Respinti anche due ordini del giorno collegati al progetto di legge, a firma Bertani e Sensoli (M5s), mentre è stata approvata una risoluzione sul tema del cyberbullismo presentata dal gruppo del Partito democratico con Valentina Ravaioli prima firmataria.
(Jacopo Frenquellucci)