L’assessore alla Sanità Raffaele Donini, la vice presidente Elly Schlein e l’assessora alla Scuola Paola Salomoni hanno fatto il punto sull’andamento epidemiologico, con un focus sulla situazione nelle scuole, nella seduta congiunta tra la commissione Politiche per la salute e politiche sociali, la commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità e la Commissione per la parità e per i diritti delle persone.
Donini, dati alla mano, ha fornito un ampio resoconto: “Con una velocità di propagazione del virus allo 0,98%, nell’ultima settimana ci troviamo in una fase di stabilizzazione. Dai dati di ieri risultano 2.773 le persone positive ricoverate negli ospedali in regione di cui 2.625 in reparti Covid e 148 in terapia intensiva. I reparti continuano ad avere una pressione significativa e continua a esserci una prevalenza dei non vaccinati, pari ai due terzi, in particolare nelle terapie intensive.
Continuiamo a ribadire – ha ribadito l’assessore – la necessità di tenere separati dal conteggio le persone ricoverate per complicanza Covid dai pazienti ricoverati per altre patologie che poi si scoprono positivi asintomatici.
Confortanti i dati sulle vaccinazioni: almeno il 90% della popolazione emiliano-romagnola ha ricevuto la prima dose, l’86% ha completato il ciclo vaccinale. Tutto ciò ci ha permesso di superare del 12% il target fissato dal Governo per la copertura vaccinale. L’impegno è quello di continuare su questa linea anche perché c’è una distinzione macroscopica per quanto riguarda le complicanze, che toccano soprattutto i non vaccinati.
Resta critica la situazione nella popolazione scolastica, dove i casi attivi sono passati da circa mille al 10 gennaio a circa 98mila al 23 gennaio. Nell’ultima settimana si è registrata, di conseguenza, una progressione delle classi in quarantena: 670 nelle scuole dell’infanzia, 846 nelle primarie, 226 nelle secondarie di primo grado e 292 nelle superiori”.
Per Donini “la scelta del governo è stata molto netta e decisa nel mettere la scuola al primo posto, pur in un momento in cui era stato annunciato, dal Comitato tecnico scientifico (Cts), il picco pandemico e ci siamo adeguati a questa decisione. Ora però si impongono valutazioni su come far rimanere gli studenti in classe in sicurezza e al tempo stesso alleggerire il peso per le famiglie, rivisitando i protocolli senza commettere errori perché la curva dei contagi a scuola è stata esponenziale. Uno dei primi ‘scogli’ è rappresentato dal riuscire a compiere tempestivamente il contact tracing, non facile per la carenza di personale in campo. Per quanto riguarda la quarantena, occorre equiparare quella prevista per gli studenti, più restrittiva, al resto della popolazione.
Per gli asili occorre superare la regola per cui ‘un caso, tutti a casa’ per 10 giorni, limitare la quarantena solo ai contatti stretti e considerare i guariti come gli adulti, consentendo di tornare a scuola dopo 5 giorni.
Nelle scuole elementari, dove il ciclo completo di vaccinazione è al 6% e i bambini possono tenere la mascherina, vanno lasciati in classe vaccinati e guariti mentre alle medie e superiori, dove l’81% ha ricevuto due dosi di vaccino e si può indossare la mascherina, vorremmo la presenza a scuola indipendentemente dai casi positivi. Non ci devono essere restrizioni rispetto all’esterno, perché la scuola è un ambiente sicuro.
Allo Stato chiediamo un prezzo calmierato per i tamponi per la popolazione nella fascia di età 5-11 anni e di non far pagare il tampone a chi non può vaccinarsi. Chiediamo inoltre di installare i sanificatori d’aria nelle scuole (abbiamo già chiesto un parere ai Tecnopoli) e ci rendiamo disponibili, se ci sarà la volontà delle direzioni scolastiche e sanitarie, a vaccinare nelle scuole.
Infine, ricordo che ad oggi circa 9mila persone hanno usufruito dell’autotesting, introdotto dalla Regione Emilia-Romagna per provare l’inizio e la fine isolamento, eliminando il problema delle code. Stiamo coinvolgendo i pediatri per capire se sia possibile effettuarlo anche per la fascia di età 0-5 anni, cioè quella fascia di popolazione che ancora non può vaccinarsi.
In questa fase ci poniamo tre obiettivi: sicurezza per gli alunni in presenza, protocolli pratici e semplificazione delle procedure. La fase della convivenza con la pandemia è già iniziata e dobbiamo attrezzarci affinché il Paese possa continuare a vivere nonostante le varie ondate di Covid”.
“L’obiettivo è quello delle lezioni in presenza”, ha poi ripetuto l’assessora alla Scuola, università, ricerca e agenda digitale, Paola Salomoni.
Sul tema università, ha spiegato che “si sta lavorando per garantire un servizio similare da Piacenza a Rimini (dalla gestione delle lezioni agli esami), considerando l’alto livello di autonomia di cui godono questi istituti”. Continua, ha poi aggiunto, “il confronto, periodico, con i rettori”. Sono anche attivi, ha sottolineato, “i servizi di accoglienza e mensa”.
Sul tema della sanificazione delle aule, infine, l’assessora ha riferito che “si sta cercando di portare il tema a un livello regionale e non più nazionale”.
La vice presidente Schlein ha aggiunto: “L’indice di contagio è molto diffuso nelle scuole e la situazione è impegnativa. Credo sia importante rivedere le disposizioni sulla quarantena negli asili, dove basta solo un positivo e tutti devono restare a casa. Bisogna assicurare la tenuta e la qualità dei servizi, facendo fronte, in particolare, alla carenza di personale in un sistema integrato, registrata dai Comuni.
La Regione Emilia-Romagna ha introdotto diversi elementi di semplificazione, come ad esempio l’autotesting, che però esclude la fascia di età 0-6, perché prevista solo per chi ha la terza dose.
Credo che per sopperire alla carenza di personale nelle scuole occorra prevedere percorsi formativi adeguati e quello che abbiamo suggerito al governo è di effettuare le sostituzioni del personale scolastico, in mancanza di laureati, con i laureandi. Provvedimento attuabile anche per i nidi, per fare sostituzioni brevi.
Altri problemi riguardano la quarantena non più considerata come malattia, lasciando incertezza per i lavoratori, e i ritardi dei provvedimenti delle Ausl per dichiarare la quarantena nelle scuole, soprattutto per la fascia di età 0-6 anni. Accelerare l’automatismo quando si presentano dei casi sarebbe un salto di qualità”.
Presente anche il vicedirettore generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Bruno Eupremio Di Palma, che ha ribadito come “l’Emilia-Romagna sia fra le poche regioni ad avere riaperto subito le scuole dopo le festività natalizie”. L’obiettivo, ha aggiunto, “resta la scuola in presenza, a partire dai soggetti certificati e con bisogni educativi speciali”. Il vicedirettore ha poi spiegato che “l’Ufficio scolastico sta facendo il possibile per tutelare il sistema scuola sull’intero territorio regionale”.
Dure critiche al governo regionale dalle opposizioni: “La maggioranza non ci ha ascoltato”.
“La situazione era già fuori controllo prima delle festività natalizie, oggi continua il disordine, servono risposte concrete”, ha chiosato Valentina Castaldini (Forza Italia). È evidente, ha aggiunto, “la volontà dei ragazzi di proseguire con la scuola in presenza, ma gli adulti non ci sentono, non affrontano i problemi in modo adeguato”.
“La situazione è preoccupante, la scuola è stremata, cosa pensate di fare?”, Michele Facci (Lega) ha poi interpellato l’esecutivo regionale. “Oggi c’è delusione, la conclusione dell’amministrazione Bonaccini sembrerebbe essere semplicemente un appello al governo nazionale per avere protocolli attuabili, un po’ poco”. Occorre, ha concluso, “affrontare in maniera realistica i problemi, non dimenticandosi, peraltro, di applicare in modo corretto i protocolli nazionali”. È poi intervenuto Simone Pelloni, dello stesso partito, che ha chiesto chiarezza sul tema della sanificazione delle aule, “mancano risposte concrete, passano i mesi e nulla è ancora stato fatto”. Daniele Marchetti, sempre del Carroccio, è intervenuto sul tema quarantene: “Sul tema delle quarantene le scuole primarie rappresentano la categoria più difficile da gestire, anche dal punto di vista familiare. Il fatto che i provvedimenti non siano tempestivi crea incertezza per i genitori. Vanno quindi accelerati gli automatismi”.
“Le scuole sono nel caos, le famiglie sono disorientate (sull’orlo della disperazione), servono risposte concrete”, ha evidenziato Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia). Per il consigliere “occorre, in questa fase in cui il virus è ancora particolarmente aggressivo, una linea politica chiara, archiviamo i sogni, le famiglie si sentono abbandonate”. “Basta parole al vento, basta numeri sbagliati, chiedo alla maggioranza di non continuare a snobbare i nostri suggerimenti, siamo tutti preoccupati, anche la questione della ventilazione delle aule è partita da noi”, ha poi aggiunto. Quindi, ha ribadito il consigliere rivolgendosi alla maggioranza: “Diciamo no ai vostri atteggiamenti notarili, alle filastrocche del Bonaccini pensiero, serve concretezza”.
“Lo avevamo detto, oggi ci ritroviamo, di fatto, con la didattica a distanza”, ha poi rimarcato Silvia Piccinini (M5s) sempre sul tema della scuola. Una situazione complessa, ha aggiunto, “che ricade sulle spalle delle famiglie”. Infine, rilevando comunque che “in altre regioni è andata anche peggio”, ha ripetuto che “le questioni da risolvere sono ancora tante”.
Anche per Marco Mastacchi (Rete civica) “è opportuno investire sui sanificatori da utilizzare nelle scuole, richiesta che avevo già formulato negli scorsi mesi”. Oggi, ha rimarcato, “c’è grande confusione, occorre concentrarsi per attenuare gli effetti di questa pandemia, che probabilmente diventerà endemia”.
Dalla maggioranza confermato l’impegno a lavorare per rendere meno onerosi gli effetti della pandemia sui cittadini.
Per Igor Taruffi di Coraggiosa: “Sulla scuola in presenza siamo tutti d’accordo. Si tratta di una scelta del governo che deve garantire la sicurezza. Ecco perché non possiamo scaricare tutto sulla Giunta regionale. Il problema è nazionale e in un momento come questo sarebbe più opportuno avere un rapporto dialettico con il governo, che non sta assicurando le risorse necessarie per gestire l’emergenza”.
Per il Partito democratico ha preso la parola Marilena Pillati: “Stiamo attraversando un momento straordinario da inizio pandemia, con quasi 21mila contagi al giorno. Numeri che hanno effetti sia sul sistema sanitario che sul mondo della scuola. A questo proposito abbiamo sempre saputo che il rientro in presenza non sarebbe stato facile. Naturalmente l’attenzione deve restare alta e dobbiamo difendere il lavoro fatto fino ad ora”. Le ha fatto eco Francesca Maletti: “Avere investito molto sul sistema di vaccinazioni oggi ci permette di non essere in fascia arancione e tenere aperte le scuole e altre attività. Al grande sforzo del personale sanitario e socio-sanitario vanno aggiunti altri impegni. Ad esempio, chiediamo al governo di farsi carico dell’installazione nelle suole dei sanificatori d’aria, e di pensare al tema dello psicologo di base perché la pandemia ci ha reso tutti più fragili”.
Stefania Bondavalli della Lista Bonaccini ha sottolineato: “La didattica in presenza resta la soluzione migliore anche perché dobbiamo tenere conto del disagio giovanile, tema sul quale ci sarà modo di parlarne anche in maniera più approfondita. Credo che ora occorra spingere sull’autotesting anche per il rientro a scuola e sull’equiparazione delle quarantene degli adulti alla fascia 5-11 anni anche per spingere ulteriormente sulle vaccinazioni”.
(Cristian Casali e Lucia Paci)