Approvata dall’Aula la risoluzione sull’estensione del reato di apologia del fascismo anche alla vendita e diffusione di gadget con immagini del regime presentata dai gruppi Pd, Sel e AltraEr, prima firmataria la consigliera Nadia Rossi (Pd). Hanno votato a favore dell’atto di indirizzo i gruppi Pd, Sel e AltraEr, hanno espresso voto contrario i gruppi Ln, Fi e Fdi-An, mentre si è astenuto il gruppo M5s. Nella risoluzione si chiedeva alla Giunta regionale “di intervenire nelle sedi opportune affinché il reato di apologia del fascismo sia esteso anche alla vendita e diffusione di gadget e oggetti con immagini del regime fascista e nazista e venga inserito nel codice penale, consentendo così la repressione dei reati legati alla riproduzione di atti, linguaggi e simboli del nazifascismo”.
Per Nadia Rossi (Pd) è importante “dare un segnale contro la banalizzazione della storia e del male rappresentato dal totalitarismo fascista, perché la memoria non può venire offuscata da mere logiche commerciali”.
Massimiliano Pompignoli (Ln) ha criticato l’atto di indirizzo perché “utilizza l’estensione del reato di apologia di fascismo come pretesto per colpire i commercianti di Predappio che vivono del commercio di gadget”.
Per Tommaso Foti (Fdi-An) la risoluzione rischia di “ispirare ordinanze di divieto da parte di taluni sindaci che possono compromettere il commercio di cimeli e pubblicazioni dell’epoca fascista in mercatini di antiquariato”.
Oltre alla consigliera Rossi, hanno firmato il documento: Paolo Calvano, Stefano Caliandro, Francesca Marchetti, Roberta Mori, Roberto Poli, Antonio Mumolo, Barbara Lori, Massimo Iotti, Silvia Prodi, Marcella Zappaterra, Katia Tarasconi, Giuseppe Boschini, Luca Sabattini, Luciana Serri, Giorgio Pruccoli, Gianni Bessi, Mirko Bagnari, Lia Montalti, Valentina Ravaioli, Paolo Zoffoli, Gian Luigi Molinari e Giuseppe Paruolo (Pd), Piergiovanni Alleva (AltraEr), Igor Taruffi e Yuri Torri (Sel).
(Luca Govoni)