Conoscere la riorganizzazione della sanità territoriale nella Media e Alta Valle del Reno, in provincia di Bologna, che pone al centro l’ospedale di Vergato, e quante risorse del Pnrr (la missione 6 “Saute” destina 7 miliardi) la Regione intenda utilizzare per il potenziamento della sanità territoriale in questa zona.
Sono i quesiti posti alla Giunta da Michele Facci (Lega) in un’interrogazione firmata anche da Daniele Marchetti. Il primo firmatario chiede come sarà la progettazione in quell’area “per la fase della ripartenza post Covid, anche mediante la previsione di ipotesi alternative e/o subordinate fra loro, che tenga conto delle mutate e nuove necessità che l’emergenza sanitaria ha portato alla luce, prima fra tutte quella dell’importanza di una rete territoriale capillare ed efficiente, sia in termini di emergenza/urgenza sia sotto l’aspetto dell’assistenza continuativa e puntuale”.
Con la delibera del giugno 2020, la Regione – ricorda Facci – aveva riorganizzato e potenziato l’assistenza ospedaliera ritenendo indispensabile arrivare “al graduale ripristino delle attività ordinarie, riportando a regime l’attività della rete ospedaliera e mantenendone il più possibile le funzioni e la flessibilità alla rapida conversione”. La riorganizzazione aveva riguardato anche i pronto soccorso, sottoposti a una grande pressione. Ma il pronto soccorso dell’ospedale di Vergato era stato penalizzato, nonostante prima della pandemia fosse stato previsto il funzionamento 24 ore su 24 con la presenza di due medici.
Attualmente, sono in corso lavori per ampliare e completare alcuni reparti e c’è il bando per un posto di dirigente dell’area medicina di urgenza ed emergenza per Vergato e per l’ospedale di Porretta Terme. Resta, però, incerto, scrive il consigliere leghista, “il futuro della sanità territoriale nella montagna bolognese, anche in assenza di un preciso piano di riordino che garantisca la continuità assistenziale nel periodo post pandemia, sia dal punto di vista dell’emergenza/urgenza, sia da quello della medicina di base”. L’incertezza della ripresa della sanità nel periodo post Covid, conclude Facci, “non può essere di ostacolo a un’impostazione programmatica dei servizi sul territorio”.
(Gianfranco Salvatori)


