Ambiente e territorio

Piccinini (M5s): “Piante dei vivai regionali ammalorate a Zola Predosa”

“Ne sono state ritirate 450 dall’amministrazione, ma in un lotto molte sono senza irrigazione e vicino a vegetazione infestante. La Giunta spieghi come è gestita l’assegnazione degli alberi e che controlli sono stati svolti”

La Giunta spieghi le modalità dell’assegnazione di piante dei Vivai forestali regionali, quali verifiche abbia effettuato in caso di consegna a privati e quali siano stati gli impegni del Comune di Zola Predosa (Bologna) per irrigazione e manutenzione. Infine, la Regione dica “quali misure intenda adottare per assicurare che i soggetti assegnatari di quantità rilevanti di piante distribuite gratuitamente effettuino correttamente sia le attività di messa a dimora sia quelle indispensabili all’attecchimento e alla sopravvivenza”.

La richiesta, in un’interrogazione, è di Silvia Piccinini, capogruppo del Movimento 5 stelle.

Il progetto regionale “Mettiamo radici per il futuro” vuole ripristinare l’ecosistema in pianura sviluppando aree forestali con nuovi boschi e piantagioni di alberi vicino ai corsi d’acqua. Nel 2021, Zola Predosa si è impegnata ritirando dai vivai 450 piante (la previsione è di metterne a dimora mille). Piccinini ha ricordato che i consiglieri comunali M5s hanno chiesto all’amministrazione locale quale sia la situazione e quale sia lo stato degli alberi. La Giunta comunale ha risposto che a dimora ci sono 329 piante disposte su tre lotti e che in uno di questi si è verificato l’ammaloramento del 22% dei 77 alberi. Inoltre, dai vivai ne sono state ritirate altre 121, non ancora sistemate.

La consigliera pentastellata scrive che, grazie anche ad alcuni video, si può vedere “assenza o inadeguatezza delle attività di irrigazione, al punto che diverse sono completamente secche, abbondante vegetazione infestante sia nei tratti interlineari sia nelle aree interstiziali tra pianta e pianta, con il rischio di soffocare la pianta messa a dimora e di farla soccombere, diffusa necessità dell’eliminazione delle parti secche nelle piante ammalorate e di potatura, assenza di tutori per sostenere le piante ancora esili o di protezioni, così che in diversi casi le essenze sono state abbattute”.

La capogruppo conclude affermando che è apprezzabile l’obiettivo di mettere a dimora 1.000 piante, ma è “indispensabile operare perché le piante rese disponibili dalla Regione siano messe a dimora secondo le indicazioni tecniche regionali, coerenti con le caratteristiche delle essenze individuate e dei terreni scelti, e garantendo periodici interventi di manutenzione”, a partire dall’irrigazione.

(Gianfranco Salvatori)

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