Sanità e welfare

Sanità Bologna. Lisei (Fdi): “Fare chiarezza su medico che ha fatto ricorso contro Ausl per riavere assistiti”

“Da precario ne aveva 1.500. Una volta a tempo indeterminato gli ne sono stati assegnati 500. Assurdo che debba essere un giudice a decidere quanti assistiti una medico di medicina generale possa avere”

La Regione intervenga sul ruolo dei medici di medicina generale e dica se “non ritenga necessario e urgente intervenire per riorganizzare le normative esistenti adeguandosi alla sentenza del Tribunale e consentendo ai medici di medicina generale di avere il massimale di 1.500 pazienti anche durante il corso di formazione”.

Lo chiede Marco Lisei, capogruppo di Fratelli d’Italia, in un’interrogazione scaturita dalla sentenza di un Tribunale a seguito della denuncia di un medico di base. Lisei ricorda la vicenda di un medico di base, da tempo precario, dell’Appennino bolognese. Come medico provvisorio aveva avuto dall’Ausl il riconoscimento di 1.500 pazienti, il massimale più alto. Una volta diventato a tempo indeterminato, il medico si era però visto ridurre, dall’Ausl di Bologna, gli assistiti a 500. Il medico è ricorso in Tribunale e i giudici gli hanno dato ragione, ripristinando il massimale di 1.500 assistiti. Lisei chiede alla Giunta anche di “avere un chiarimento sulla vicenda sopra descritta da parte dell’Ausl di Bologna”.

Il capogruppo Fdi afferma che “non dovrebbe essere un Tribunale a decidere quanti assistiti può curare un medico di medicina generale e che la situazione della carenza dei medici di base è diventata un problema, tanto che molte aree geograficamente svantaggiate ne risultano prive”. E in regione, conclude, sono tante le aree, soprattutto montane, dove la carenza di medici di base crea disagi ai cittadini.

(Gianfranco Salvatori)

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