Sanità e welfare

Zamboni (Europa Verde): “Garantire il diritto all’interruzione di gravidanza”

La consigliera ha presentato un’interrogazione per chiedere anche i dati sugli obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie della regione, che in alcuni casi sfiorano il 100%

La consigliera di Europa Verde Silvia Zamboni interroga la Giunta per sapere come intenda garantire il diritto all’interruzione di gravidanza nelle strutture sanitarie della regione, dal momento che, dati alla mano, “in molti ospedali la percentuale di ginecologi e anestesisti obiettori di coscienza oscilla tra il 60% e il 100%”.

“La Regione- sottolinea la capogruppo- ha da sempre ribadito il proprio impegno nella difesa e piena applicazione in tutte le sue parti della Legge 194/78, riconoscendone il valore sociale e sanitario, civile e politico. L’interruzione di gravidanza gratuita, medicalmente assistita e sicura, è un diritto che la Regione Emilia-Romagna è tenuta a garantire a tutte le donne che ne fanno richiesta, garantendo il diritto di informazione e accesso ai dati sull’obiezione di coscienza del personale medico e non medico nelle strutture sanitarie del territorio”.

Per la consigliera, i dati ottenuti riguardanti l’obiezione di coscienza in Emilia-Romagna, seppure parziali e incompleti, “sono allarmanti ed evidenziano un altissimo numero di obiettori di coscienza tra ginecologi e anestesisti in tutta la regione: alla Ausl di Piacenza il 77% dei ginecologi è obiettore, nella Ausl di Ferrara il 69%, nella Aou di Parma il 62,5%, nelle Aou di Modena e Ferrara il 52,9 %, nella Aou di Bologna il 47,5%, nelle Ausl Romagna e Parma in media il 43%. Per quanto riguarda gli anestesisti, nella Ausl di Piacenza il 61,5% è obiettore e nella Ausl di Parma il 64,5%”.

Silvia Zamboni, infine, chiede alla Giunta “se e come intenda garantire l’accesso ai dati sulla presenza di obiettori (ginecologi, anestesisti e personale non medico) disaggregati per ogni singola azienda sanitaria, struttura ospedaliera e consultorio familiare autorizzati a svolgere l’interruzione di gravidanza, prendendo come modello l’Ausl di Reggio Emilia, che rende già disponibili tali dati in forma disaggregata”.

(Lucia Paci)

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