Circa 900 partecipanti: 32 scuole di I e II grado provenienti da tutta l’Emilia-Romagna, enti, associazioni, e tanti altri soggetti interessati hanno partecipato al seminario online “10 febbraio, Giorno del Ricordo: la tragedia delle Foibe e l’esodo giuliano dalmata tra verità storica e conservazione della memoria”. Un appuntamento, promosso dall’Assemblea legislativa e organizzato nell’ambito dei percorsi formativi di conCittadini 2021-2022, per celebrare il Giorno del Ricordo (istituito con la legge 92/2004) e conoscere le vicende che hanno contrassegnato i rapporti storici, geografici e culturali nell’area dell’Adriatico orientale e le tragedie umane che ne conseguirono.
All’evento ha partecipato Emma Petitti, presidente Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che, porgendo i saluti istituzionali, ha sottolineato come “il Giorno del Ricordo, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, contribuisca a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata. Le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi è stata una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono il dovuto rilievo”. Il dovere della memoria è fondamentale, secondo Emma Petitti, perché “esistono ancora delle piccole sacche di negazionismo militante che vanno vinte. E per farlo è indispensabile conoscere la verità storica, diffondendola anche attraverso attività culturali, soprattutto rivolgendosi alle nuove generazioni”. “In vicende storiche oscurate e dimenticate come quella che ricordiamo oggi- ha concluso la presidente Petitti- è necessario un processo di ricostruzione della memoria in grado di affermare i valori di libertà, di democrazia e di pace sottoscritti dall’Assemblea legislativa”.
La mattinata dedicata alla celebrazione del Giorno del ricordo è proseguita con gli interventi di Chiara Sirk, presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Bologna, che ha posto l’accento sul valore della memoria nelle vicende del confine orientale e il tema dell’esilio. “Gli eccidi efferati di massa, l’esodo forzato degli italiani dell’Istria, della Venezia Giulia e della Dalmazia- secondo Chiara Sirk- sono temi che occorre trovino la propria giusta collocazione all’interno dei testi di storia contemporanea, attualmente privi di pagine dedicate a questi drammatici eventi”.
Fra i relatori dell’appuntamento in ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata anche lo storico e giornalista Guido Rumici, intervenuto per delineare un inquadramento storico-geografico, tra il fascismo e il secondo dopoguerra, nel quale collocare i fatti. Dalla fine del 1945 al 1956, infatti, ha spiegato Rumici, “scapperanno dalle regioni del confine orientale italiano circa 300mila persone su 600mila abitanti complessivi. Alla tragedia dell’esodo è collegata quella delle foibe. Un capitolo di estrema violenza, operata nei confronti della popolazione civile, in cui vennero uccise alcune migliaia di persone che spesso avevano la sola ‘colpa’ di essere italiani”.
L’intervento di Maria Luisa Molinari, storica e docente, è stato dedicato ai profughi giuliani e dalmati del Villaggio San Marco, allestito nel 1954 all’interno dell’area di Fossoli di Carpi (un campo di prigionia durante la seconda guerra mondiale), che ospitò 250 famiglie italiane provenienti da Istria e Dalmazia, alcune delle quali vi rimasero per 16 anni. L’unicità del Villaggio San Marco, rispetto agli altri luoghi accoglienza in ex campi di concentramento, secondo quanto ha sostenuto Maria Luisa Molinari, risiede nel fatto che “nel lungo periodo sia da considerarsi un esempio di integrazione ben riuscita, anche grazie alla solidarietà e alla condivisione. All’interno della struttura, infatti, furono aperti spazi commerciali, centri di aggregazione, uno studio medico, attività artigianali, come la falegnameria e la tipografia, gestite dagli esuli stessi, oltre a una scuola, un asilo e una chiesetta”.
Ha concluso l’evento Marzia Luppi, direttrice della Fondazione Fossoli, l’ente che gestisce l’ex campo di concentramento omonimo e il Museo Monumento al Deportato politico e razziale di Carpi. La direttrice, nel presentare le opportunità didattiche della Fondazione, ha sottolineato come “le vicende della storia, e in particolare questa, vanno affrontate in un lungo periodo, risalendo indietro nel tempo, per non fermarsi a un uso strumentale e superficiale di avvenimenti così importanti e drammatici”. Oltre a ciò, Marzia Luppi ha posto l’accento sull’importanza fondamentale nel fare storia utilizzando mappe e cartine di orientamento, per avere un aspetto visivo dei luoghi dove le vicende avvengono, in modo da riuscire a cogliere ancora meglio il reale significato storiografico.
È possibile consultare tutti i materiali del seminario online, con approfondimenti sui percorsi formativi di conCittadini 2021-2022, al sito https://www.assemblea.emr.it/cittadinanza/concittadini