Sanità e welfare

Presentato il bilancio della legge sull’inserimento lavorativo delle persone fragili

Molte le donne fragili e sole, a causa di condizioni economiche, nonché senza competenze. Il dato positivo è che su 17mila persone ben 7.200 hanno avuto un contratto di assunzione. L’assessore Colla: “Una buona legge, va rifinanziata”. Per la maggioranza “positivo il coinvolgimento di servizi sociali, sanitari e di centri dell’impiego”. La minoranza: “Estendere i tirocini a chi ha perso il lavoro o è disoccupato”

E’ stato presentato il bilancio del triennio sull’attuazione della legge regionale “Disciplina a sostegno dell’inserimento lavorativo e dell’inclusione sociale delle persone in condizioni di fragilità e vulnerabilità, attraverso l’integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociale e sanitari”. Condizione femminile e solitudine sono le criticità principali, mentre spicca il dato positivo sui programmi di inserimento lavorativo, che hanno coinvolto oltre 17mila persone, 7.200 delle quali hanno avuto un contratto di lavoro.

La “Clausola valutativa” è stata illustrata in commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Francesca Marchetti. In apertura, la presidente Marchetti ha sottolineato l’importanza del Giorno del Ricordo. Hanno seguito la relazione l’assessore alle Politiche del lavoro, Vincenzo Colla e la vice presidente della Regione, Elly Schlein.

L’assessorato ha spiegato che l’attuazione del programma “è stata segnato dalle difficoltà dovute alla pandemia e i servizi sono stati bloccati e sospesi. Per una parte del target è stata una barriera ardua da superare e ancora non si è tornati ai numeri pre-pandemia. Il 57% di chi è stato profilato come fragile è donna (58mila), il 47% ha tra 35 e 54 anni, il 67% è di cittadinanza italiana, il 25% vive da sola, il 30% non ha alcuna presa in carico, cioè è sconosciuta ai servizi”.

La prima riflessione, hanno continuato i tecnici, “è che la criticità più forte in regione riguarda le persone sole. Due le condizioni che determinano la solitudine: le condizioni economiche e quelle soggettive, che riguardano chi non ha competenze professionali (molti sono senza terza media). Meno critiche le situazioni che riguardano l’abitazione, la comunicazione in lingua italiana, la cura della persona”.

Riguardo alle politiche attive del lavoro i dati fanno emergere che “sono state erogate 86.850 prestazioni (cioè ognuno ha avuto otto prestazioni, tra cui il tirocinio è strumento ricorrente). Poi c’è la formazione permanente, con 17mila percorsi (ognuno ha avuto due percorsi formativi). Infine, si sono realizzate misure di orientamento specialistico per 3mila persone”.

Dal punto di vista delle politiche sociali, sono stati erogati contributi per l’integrazione a 1.100 nuclei famigliari, per altri mille quelli per il trasporto e 600 hanno avuto il servizio di accompagnamento sociale. In totale, sono stati coinvolti 2.800 operatori dei servizi pubblici: centri impiego, servizi sociali e servizi per lasalute. Sono 2.700 le imprese che hanno ospitato almeno un tirocinante. I settori più coinvolti sono stati supermercati, ristorazione e attività di cura delle persone”. Il dato che brilla è che “delle 17.180 persone che hanno sottoscritto programmi, il 42% (7.220) ha avuto un contratto di assunzione, un numero molto alto rispetto a quello nazionale, e circa la metà a tempo indeterminato”.

Infine, le risorse dedicate sono 20 milioni all’anno, programmate insieme con le risorse dei Comuni, che compartecipano per almeno il 10% (2,4 milioni).

Diversi gli interventi dei consiglieri. Valentina Stragliati (Lega) ha rimarcato che “il tirocinio è fondamentale, ma tanti giovani restano disoccupati anche a seguito della pandemia. La legge di Bilancio 2022 restringe l’accesso al tirocinio: da alcune segnalazioni sembra che l’accesso sia destinato solo ai giovani svantaggiati. Le associazioni chiedono che le Regioni interpretino in modo estensivo il termine ‘svantaggiato’ ricomprendendo chi non ha mai lavorato o è disoccupato da tempo”. Infine, ha sottolineato la consigliera, “per la formazione negli Istituti tecnici superiori (Its) regionali abbiamo proposto di creare percorsi per diversamente abili, considerando fra questi gli autistici”.

Federico Amico (ER Coraggiosa) ha parlato di “passo in avanti delle politiche attive del lavoro per le persone fragili. Importanti sono i contratti realizzati e la dinamica dei distretti sociosanitari con le multi équipe. La Legge 14 può arginare la crisi del lavoro di questi anni. Occorre fare un focus per capire come tutti i caregiver che terminano il lavoro possano essere recuperati. Chi cura i familiari, infatti, rischia di avere meno opportunità per il recupero alla vita lavorativa attiva”.

Secondo Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) “il documento serve per capire le storie che stanno dietro ai numeri. Oltre 18 dei 36 mesi di attuazione sono stati viziati dalla pandemia. I 58mila per cui è stato trovato un profilo di fragilità e gli 11.500 con presa in carico integrata indicano la complessità sociale che stiamo vivendo. Degli 11.500, il 57% è donna e persone tra i 34 e i 54 anni che vivono da sole. Il 30% non ha mai avuto accesso ai servizi sociali e sanitari, un dato significativo su cui riflettere. Bene la scelta delle politiche attive: 4 studenti su 5 hanno frequentato tirocini. La Regione non dà una risposta alla fragilità solo con una logica assistenziale, ma valorizza la persona accompagnandola con la formazione”.

Marco Fabbri (Partito democratico) ha sottolineato come “il mercato del lavoro sia cambiato nel triennio e qui sono state considerate le condizioni di fragilità delle persone. Le tre équipe – sociali e sanitarie – legate al lavoro sono state molto importanti. Apprezzabile l’opera dei centri per l’impiego che hanno dato supporto con il reddito di emergenza. Ma non basta un clic per far lavorare le persone e comunque arrivare a profilare 57mila persone e 11.500 programmi sottoscritti dimostra che il sistema è rodato e che tutti hanno avuto una risposta. La componente critica femminile è forte e deve restare al centro dell’attenzione così come la capacità di creare lavoro per chi ha difficoltà anche solo a presentare domanda di lavoro. La sfida è allargare la platea. Siamo sulla strada giusta”.

La presidente Marchetti ha affermato che “la clausola valutativa ci consegna un quadro utile per realizzare un progetto per le persone  fragili, mettendo insieme i servizi come comunità regionale. Un dato che fa riflettere è quello delle persone sole, il 25%”.

Infine, l’assessore Colla ha scandito che “questa è una buona legge, da consolidare. Abbiamo già deciso di rifinanziarla. Presteremo attenzione anche ai caregiver familiari. La legge ha un legame territoriale che tiene insieme lavoro, sanità e welfare. In regione, c’è una società che è attenta alle persone fragili e che riesce ad arrivare a loro. La legge si inserisce nei vuoti delle norme nazionali. Qui c’è il 90% del collocamento obbligatorio. Il tessuto imprenditoriale deve essere coinvolto e quando spieghiamo bene questa legge, l’inserimento c’è e la persona è integrata nell’azienda. Anch’io sono stato colpito dalle persone sole, in regione un terzo delle famiglie è composto da una sola persona”. Per Colla, è efficace, poi, “il ruolo della formazione che accompagna la persona. Anche questo è uno strumento da rifinanziare”.

(Gianfranco Salvatori)

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