La Giunta regionale acquisisca ogni informazioni utile sul collaudo del ponte Paladini, sul fiume Trebbia, nel piacentino, e si accerti che al più presto torni ad essere regolarmente transitabile.
Lo chiede Tommaso Foti (Fdi-An) in un’interrogazione, dove segnala che la percorrenza sul ponte avrebbe registrato un aumento della pericolosità dopo che “l’amministrazione provinciale, a fine giugno 2016, a causa della deformazione di alcuni segmenti dei giunti di dilatazione del ponte, ha istituito il limite massimo di velocità di 30 km/h per tutte le categorie di veicoli, vista l’impossibilità di mantenere in condizioni di sicurezza la circolazione dei veicoli in direzione ovest (da Piacenza verso Gragnanino)”. “A tutt’oggi- aggiunge- la situazione non risulta modificata, per “l’asserita incompetenza da parte della Provincia di Piacenza e della ditta esecutrice dei lavori a provvedere al ripristino del ponte”.
Il consigliere ricorda che il ponte, aperto al traffico dal primo gennaio 2012, collega la strada provinciale n. 7 di Agazzano, nella sponda sinistra del corso d’acqua, alla strada T.A.V. nel comune di Piacenza, sulla sponda destra, consentendo di convogliare il traffico da e per la Val Tidone direttamente sulla tangenziale di Piacenza, bypassando l’attuale ponte sul Trebbia, in località Sant’Antonio.
Foti riferisce infine che la realizzazione del ponte Paladini, “intitolato il 18 marzo 2012 alla memoria del primo maresciallo del secondo Reggimento Genio Pontieri di Piacenza, Daniele Paladini, morto in Afghanistan in missione di pace il 24 novembre 2007”, è stata resa possibile “grazie all’erogazione di contributi economici della Regione Emilia-Romagna (20 milioni di euro) e del Comune di Piacenza (6 milioni di euro), oltre a quelli dell’amministrazione provinciale, dei Comuni di Rottofreno e Gragnano Trebbiense”.
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