Lavoro, ambiente, diritti, economia circolare, lotta ai cambiamenti climatici e sostegno alla transizione digitale. Le parti sociali promuovono le iniziative di competenza regionale riguardanti il Programma di lavoro 2022 della Commissione europea.
Il “disco verde” è arrivato nel corso dell’udienza conoscitiva tenuta dalla commissione Bilancio, presieduta da Massimiliano Pompignoli.
Le iniziative di competenza regionale riguardanti il Programma di lavoro 2022 della Commissione europea sono state presentate da Lia Montalti (Pd), consigliera Segretario dell’Ufficio di presidenza con delega ai temi europei, che ha illustrato l’agenda europea a consiglieri e stakeholder.
La consigliera Montalti ha esordito dicendo che “ci confronteremo nelle commissioni e poi in Assemblea sul Programma 2022 della Commissione europea per capire come indirizzare la politica regionale alla luce dell’agenda dell’Unione europea”. Sei gli obiettivi: green deal europeo (molte misure, in particolare il pacchetto “pronti per il 55%”, l’economia circolare, il Fondo sociale per il clima); Europa pronta per l’era digitale (al centro c’è l’esame delle politiche sulla concorrenza, il rafforzamento della presenza Ue su temi strategici, fra cui il programma per i semiconduttori); economia al servizio della persone (previsti strumenti nuovi fra cui il reddito minimo); Europa più forte nel mondo (tema di stretta attualità quello della difesa e della strategia di relazioni internazionali); promozione di stile di vita europeo (attenzione a politiche sanitarie e farmaci fino a università e centri di ricerca).
Il dibattito
“Bisogna valorizzare sempre più gli investimenti sulla ‘salute elettronica’ e l’Unione europea sta investendo molto su questo settore: bisogna creare un’Unione della salute e per questo servono impegni a livello nazionale e locale per la digitalizzazione e la interoperabilità, come nel caso del ‘fascicolo sanitario elettronico’”, spiega Giacomo Di Federico, docente all’Università di Bologna, che sottolinea l’importanza di saper coniugare tecnologie e sanità.
Pietro Mambriani (Confindustria ER) ha affermato che l’associazione segue da vicino il programma della Commissione Ue 2022 che si concentra su transizione ecologica e digitale. “Confindustria- ha detto- è attenta al pacchetto ‘pronti per il 55%’, all’abbattimento della Co2 per trasporti e logistica e alle microplastiche. Per il digitale, auspichiamo che si considerino il quadro legislativo in linea con le esigenze delle imprese, la neutralità tecnologica, il supporto finanziario”. “Va instaurato- ha continuato- un dialogo con la Regione sulla definizione dei bandi Fesr e Fse e dei criteri di selezione per l’utilizzo delle risorse. Poi c’è la complementarità tra programmazione regionale e nazionale, al fine di evitare sovrapposizioni e inefficienze. Bene la cabina di regia regionale su Pnrr per definire le priorità, ma va coinvolta anche la parte privata. I bandi per la ricerca si focalizzano sulla parte pubblica, mentre restano marginali le imprese”.
Tutto incentrato sulla nuova politica europea in materia di agricoltura (PAC) l’intervento di Paolo De Castro (Pd), europarlamentare eletto nella circoscrizione Nord Est di cui fa parte l’Emilia-Romagna. “Siamo riusciti a non far escludere le Regioni dai piani agricoli europei e questo è un fatto molto importante per l’Emilia-Romagna, visto il ruolo importante che l’agricoltura ha nella nostra economia soprattutto perché Bruxelles chiede di redistribuire le risorse non in base alla serie storica, ma sui reali pesi attuali del settore agricolo e zootecnico”, spiega De Castro ricordando come si stia parlando di un pacchetto di interventi da oltre 50 miliardi di euro per i prossimi anni e come “per la prima volta la nuova riforma della PAC preveda che gli aiuti comunitari possano essere dati solo a quelle aziende che rispettano i diritti dei lavoratori e la sicurezza sul lavoro”. De Castro ha espresso il suo rallegramento per il fatto che non sia scattata “l’etichetta nera” per i vini italiani, ma allo stesso tempo ha espresso preoccupazione per le nuove norme in materia di etichettatura per i prodotti alimentari: se passasse la proposta francese, si rischierebbe il paradosso per cui salumi e formaggi italiani verrebbero indicati come dannosi per la salute, mentre patatine fritte e bibite gassate non subirebbero alcuna sanzione.
L’eurodeputata Elisabetta Gualmini (Pd) ha sottolineato che in due anni a Bruxelles, soprattutto nelle commissioni Bilancio e Politiche sociali e del lavoro, l’impegno principale è stato sulle crisi provocate dalla pandemia, stabilizzando le risorse per la successiva ripresa. “Ci sono stati grandi cambiamenti delle istituzioni europee- ha affermato Gualmini-. Ad esempio, in commissione Economia si sta studiando il cambiamento del patto di stabilità, non più nella versione rigorista. Entro il 2023, dovremo capire quali paletti mettere ai bilanci”. L’eurodeputata ha continuato: “Il mio impegno è su 3 binari: dimensione sociale della Ue e due leggi su salario minimo e direttiva sui lavoratori delle piattaforme virtuali (di quest’ultima sono relatrice e riguarda intelligenza artificiale, gestione degli algoritmi, tutele dei lavoratori – no a licenziamenti su whatsapp). In ambito sociale, c’è poi la salute. La Ue non ha competenze dirette in maniera sanitaria – sono convinta che la sanità debba restare alle Regioni – ma l’idea di coordinare meglio può aiutare”. Sul piano economico, Gualmini ha scandito: “I 235 miliardi all’Italia non sono gratis, ma andranno restituiti con prestiti a lungo termine. Va rafforzato il fisco, con imposte che invece che togliere denaro agiscano su grandissime imprese, multinazionali del web e fisiche che hanno realizzato enormi profitti senza contribuire in maniera equa”. Poi c’è il pacchetto “Pronti per il 55%” che “lega imposte verdi e una road map per arrivare alla neutralità della Ue e combattere il cambiamento climatico. L’Emilia-Romagna ha un ruolo rilevante: bisogna abbracciare la rivoluzione ecologica, ma senza ideologia per non penalizzare alcuni settori. Sono stata nominata presidente dell’intergruppo sulle ceramiche unite europee e lavoriamo a una transizione equilibrata, per evitare la chiusura di imprese. Basti pensare che l’Europa ha solo l’8% o il 9% delle emissioni globali, ma senza l’impegno di Usa, Russia e Cina non risolviamo i problemi”.
(Gianfranco Salvatori e Luca Molinari)