La Giunta dica se la creazione del polo logistico a Crespellano, nel comune di Valsamoggia (Bologna), sia “di rilevante interesse pubblico”, se non sia necessaria una Via (Valutazione di impatto ambientale) e se la sua costruzione “contrasti con gli obiettivi di riduzione del consumo di suolo previsti dalla legge urbanistica regionale 24/2017”.
Sono le domande poste, in un’interrogazione, da Silvia Zamboni (Europa Verde). La capogruppo chiede se il polo logistico che dovrebbe sorgere nell’area dell’ex stabilimento “Sos Beghelli” sia così importante “da giustificare l’adozione della procedura ex-articolo 60 della legge regionale 24 del 2017 e, pertanto, godere di un iter semplificato nella modifica delle pianificazioni approvate a livello comunale e metropolitano”. Oltre alla necessità della Via, Zamboni chiede se non sia “opportuno valutare l’impatto di diverse piattaforme logistiche previste nel territorio della Città metropolitana di Bologna”. Infine, la consigliera vuole sapere se la Regione “non ritenga che la nascita di grandi centri logistici, al di fuori degli ambiti previsti dal Piano urbano della mobilità sostenibile (PUMS) e dal Piano territoriale metropolitano (PTM), contrasti con gli obiettivi di riduzione del consumo di suolo previsti nella legge urbanistica regionale 24/2017 e con gli obiettivi di riduzione dello sprawl (dispersione, ndr) logistico previsti dal PUMS”.
La capogruppo ricorda che il progetto prevede una piattaforma logistica di 91mila metri quadrati, all’interno di un’area di 190mila, adiacente all’autostrada e vicino al nuovo casello autostradale di Valsamoggia. La proprietà è di Beghelli spa e Sifim srl e i lotti sono ad uso produttivo: “Tuttavia, buona parte dell’area interessata dal progetto, ovvero 86.700 metri quadri, è costituita da un terreno attualmente ad uso agricolo”. L’area indicata dal progetto del Comune di Valsamoggia, continua la consigliera, “ non rientra fra gli ambiti vocati alla logistica di dimensioni medio o grandi indicati dal PUMS e dal PTM metropolitani” e il polo logistico avrebbe impatto sia sulla viabilità sia sul consumo di suolo.
Silvia Zamboni conclude ricordando come in Regione si assista “a un proliferare di poli logistici dovuti a una crescente domanda di logistica soggiacente a intenti speculativi e finanziari, con un rapporto tra lavoratori e metri quadrati molto basso e un’occupazione caratterizzata da poca qualificazione e precarietà”.
(Gianfranco Salvatori)