La guerra è alle porte e il Coordinamento nazionale delle Commissioni di pari opportunità di Regioni e Province Autonome sente l’urgenza di condividere “l’estrema preoccupazione per i contorni sempre più drammatici che sta assumendo l’aggressione russa all’Ucraina, soprattutto per quanto riguarda i civili inermi costretti a nascondersi e a temere ogni minuto per la propria vita e quella dei propri bambini”.
“Ci uniamo all’appello per una iniziativa unitaria internazionale, con al centro l’Unione Europea, a sostegno della soluzione diplomatica e politica della crisi tra Russia e Ucraina, che mette in pericolo la pace in Europa e nel mondo”. Così Roberta Mori, Coordinatrice nazionale delle commissioni Pari Opportunità di Regioni e Province Autonome.
“L’invasione da parte della Russia del territorio dello Stato dell’Ucraina- sottolinea la Coordinatrice nazionale- può determinare il coinvolgimento delle potenze nucleari, con conseguenze imprevedibili non solo per le popolazioni coinvolte, ma per l’intera umanità. In questo contesto, sono soprattutto le donne, in queste ore angosciose, a presidiare e manifestare nelle piazze il ‘NO’ alla guerra e la volontà di Pace. Siamo vicine, con profondo senso di sorellanza, alle tante madri e sorelle e figlie ucraine che, emigrate per lavorare, soffrono anche la lontananza da una situazione inaccettabile e folle, da fermare subito per il bene di tutti”.
“Le parole pronunciate oggi dal premier Draghi in Parlamento- continua la Coordinatrice nazionale- e la durezza delle sanzioni già adottate e predisposte ci rassicurano sulla compattezza dell’Europa a difesa della sovranità Ucraina e del diritto internazionale violato. La violenza in corso, però, richiede ogni sforzo da parte dell’Italia nonché delle istituzioni e delle società civili europee, al fine di evitare una ulteriore escalation che porterebbe a una catastrofe umanitaria. Le Commissioni pari opportunità, da sempre impegnate a presidiare i valori dell’uguaglianza, del rispetto e del dialogo nelle differenze, chiedono in particolare alle proprie Regioni e Province autonome di riferimento di attivare immediatamente ogni canale di relazione con enti, istituzioni e associazioni che sia utile a organizzare l’allontanamento dall’Ucraina dei bambini e dei minori in pericolo, cercando di mantenere l’integrità delle famiglie che vivono nelle zone diventate scenario bellico”.
“Riteniamo- conclude Roberta Mori- occorra mettere in campo una rete capillare di protezione e accoglienza, in particolare per i minori, ad ogni livello. Auspichiamo che ciascuno faccia la propria parte e molto in fretta per contribuire da un lato alla mobilitazione collettiva, che cresce in queste ore, e dall’altro per spronare la Comunità internazionale a una risposta unitaria per ristabilire un assetto di Pace”.