La Giunta faccia chiarezza sul canone di locazione pagato dalla Regione per gli uffici ai numeri 32, 34, 36 3 38 di viale Aldo Moro, che sarebbe maggiore rispetto a quanto stabilito dall’Agenzia del demanio, che lo aveva definito non congruo.
La richiesta è del consigliere Michele Facci (Lega), in un’interrogazione alla Giunta firmata anche da Simone Pelloni.
In questa vicenda, Facci chiede se sia stato rispettato “il principio della corretta gestione delle risorse pubbliche e, in particolare, se siano stati rispettati gli obiettivi e le finalità della L.R. 1/2014 sul contenimento delle spese per le locazioni passive”. Il consigliere leghista, poi, vuole sapere “se l’avere corrisposto per ben quattro anni un canone di locazione ritenuto non congruo da parte dell’Agenzia del Demanio, con una maggiore spesa di 4.388.271,16 euro, non rappresenti una errata o comunque negligente gestione delle risorse pubbliche, potenziale fonte di danno erariale”. Un altro quesito posto alla Giunta è se “il contratto di locazione passiva sottoscritto a seguito della determinazione n. 23041 del 23.12.2020, a un canone annuo ben superiore a quello precedentemente indicato come congruo, risulti corretto, anche dal punto di vista del rispetto delle disposizioni normative che richiedevano il preventivo nulla osta dell’Agenzia del Demanio in ordine al rinnovo dei contratti di locazione”. Infine, Facci chiede se ci siano state verifiche della Giunta, cioè “se siano state rispettate le disposizioni normative relativamente ai controlli interni di cui alla DGR 468 del 10.4.2017, e, nel caso specifico, quali organi abbiano effettuato il controllo sulla correttezza dell’impegno assunto e quali valutazioni siano state fatte all’esito dello stesso”.
Il contratto per uffici e 133 posti auto nel Fiera district è del 2004 (importo di oltre 3,6 milioni) poi rinnovato nel 2014 con un importo ridotto del 15% per poco più di 3 milioni. Il contratto è poi scaduto alla fine del 2016. L’Agenzia del demanio, per il rinnovo, dava il nulla osta e stimava congruo un canone di 1,9 milioni.
La Regione, però, nonostante il proprietario avesse detto di non voler proseguire nell’affitto, ha usato l’immobile fino alla fine di dicembre 2020. Per quei quattro anni, quindi, scrive Facci, “la Regione ha continuato a corrispondere il maggior canone annuo di 3.079.567,79 euro (IVA compresa), nonostante detto importo fosse già stato considerato non congruo dall’Agenzia del Demanio, con un maggior costo annuo di 1.097.067, 79 euro, e quindi, nei quattro anni di proroghe, di complessivi 4.388.271,16 euro”. Il 23 dicembre 2020, continua il consigliere, la Regione ha rinnovato il contratto con la Generali Real Estate srl “al canone annuo di 2.562.000 euro (IVA compresa), nonostante il canone per detta locazione fosse già stato calcolato in valori differenti dall’Agenzia del Demanio, e quindi con una differenza in aumento di 579mila e 500 euro per annualità”.
Facci conclude sottolineando che “tuttavia non risulta presente il nulla osta dell’Agenzia del Demanio per la valutazione della congruità delle somme impegnate a bilancio, come stabilito dalla L.R. 1/2014, anche per valutare la proporzionalità della maggiore spesa rispetto all’aumento della superficie concessa in locazione”.
(Gianfranco Salvatori)