“L’area di via Ardigò adiacente al Savena, nel capoluogo bolognese, è finalmente stata messa in sicurezza?”. A chiederlo è Valentina Castaldini (Forza Italia) con un’apposita interpellanza trattata all’inizio della sessione pomeridiana dell’Assemblea legislativa di oggi.
La consigliera, ricordando l’erosione del torrente Savena, ha evidenziato l’intervento suppletivo del 2021, quando, in presenza di nuovi fenomeni erosivi e franosi, si è resa necessaria la posa di massi “a muro” per difendere l’argine. A fronte di questi interventi, sottolinea ancora la forzista, i residenti della zona lamentano da tempo diffusi fenomeni di crepe nelle abitazioni e fessurazioni sulla sede stradale in una zona che pare aver subìto un abbassamento, rispetto alla zona circostante, di oltre un metro.
Dalla difficile situazione nasce l’atto ispettivo e soprattutto la richiesta “se siano in corso monitoraggi sulla stabilità geologica dell’area con particolare riguardo alle abitazioni della zona”.
In sede di risposta Assessore all’ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile Irene Priolo ha chiarito che il problema delle case di Via Ardigò “non è assolutamente responsabilità dell’Agenzia di Protezione Civile o della Regione in via più generale”. Priolo, ricordando le due tranche di lavori resesi necessarie nell’alveo del torrente, ha chiarito che sono state effettuate nell’ambito della prevenzione del rischio idraulico che è “materia di competenza dell’Autorità di Bacino”. In particolare, l’intervento con massi ciclopici attuato nel 2021 “è stato compiuto per evitare il rischio di successivi dilavamenti della sponda del torrente che avrebbero potuto occludere pericolosamente il piano di deflusso”.
Castaldini ha preso atto della risposta ed ha auspicato “un confronto tra Comune di Bologna, Regione e ogni soggetto interessato per tentare di risolvere il problema”.
(Luca Boccaletti)