“La guerra scoppiata in Ucraina, nel cuore dell’Europa, sta manifestando tutte le sue nefaste conseguenze sulla popolazione civile, con il portato di sofferenze, dolore e angoscia nonché con l’arrivo di tantissime persone in fuga dai bombardamenti e dal dramma del conflitto, tra questi moltissimi bambini e ragazzi”.
È la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Claudia Giudici, a intervenire sulla drammatica situazione dell’Ucraina, affrontando anche il tema dei profughi, in particolare rispetto a bambini e adolescenti.
Giudici, infatti, rileva che “in regione sono già arrivate 9.264 persone, di cui 4.250 di minore età”. “Il dramma e il dolore dei bambini ucraini in fuga dalla guerra – rimarca poi la Garante – è davanti agli occhi di tutti noi: nella nostra regione, che ha da sempre una storia di solidarietà e partecipazione, si stanno manifestando da parte di molti cittadini straordinari gesti di generosità e disponibilità all’accoglienza”. Per poter ospitare bambini e ragazzi, specifica, “ricordiamo, però, che è necessario seguire sempre i canali previsti dalla legge, facendo riferimento alle istituzioni competenti: forze dell’ordine, prefetture, tribunali per i minorenni e servizi sociali. È necessario rispettare procedure regolari: questo è l’unico modo per assicurare un’adeguata accoglienza, proteggere dal rischio di sparizione, tratta, traffico e sfruttamento nonché assicurare il rispetto di diritti fondamentali come quelli alla protezione, all’istruzione e alla salute. È fondamentale che tutti i minorenni che entrano in Italia siano registrati e censiti. Per quelli che arrivano con un accompagnatore va accertata l’esistenza di un rapporto di parentela, per quelli che invece arrivano soli si deve procedere immediatamente alla segnalazione al tribunale per i minorenni per una rapida nomina del tutore volontario e la presa in carico da parte del Comune. Per l’accoglienza dei nuclei familiari si deve ricorrere a strutture che siano anche adatte ai minori, mentre se l’inserimento dei minorenni soli avviene in famiglia, ciò deve avvenire in quelle che abbiano già un’esperienza e siano adeguatamente formate”.
“La generosità e la disponibilità testimoniate in questi giorni – conclude quindi Giudici – sono molto apprezzabili, esprimo la mia più profonda gratitudine per questo slancio, va anche detto che l’accoglienza di persone e in particolare di minori non va fatta solo sull’onda dell’emozione e di condivisibili sentimenti di dolore: l’accoglienza richiede il rispetto di procedure volte a tutelare e proteggere dai rischi possibili tutte le persone di minore età”.