Sanità e welfare

Question time Lisei (Fdi): “Riconoscere sanitari morti in servizio per Covid come Vittime del dovere”

“Sono sempre stati definiti eroi, ma per le loro famiglie nessun beneficio”. L’assessore Donini: “Sono d’accordo con la richiesta e la Regione la porterà in tutte le sedi istituzionali”

Gli operatori sociosanitari deceduti per il Covid vanno equiparati alle Vittime del Dovere. Un modo per “rimediare” al mancano riconoscimento di ristori ai parenti dei medici deceduti causa Covid.

Alla richiesta di Marco Lisei, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha risposto durante il Question time l’assessore alle Politiche per la salute, Raffele Donini, il quale ha assicurato il pieno sostegno alla richiesta “in ogni sede istituzionale. Penso che vadano garantiti sostegni adeguati alle famiglie di chi ha garantito assistenza ai cittadini. E’ vero che all’inizio molti si sono trovati quasi a mani nude contr il virus”.

Lisei ha affermato che “i medici sono stati dipinti come eroi, ma la retorica non si è mai tradotta nei fatti. Vanno equiparati alle Vittime del dovere, erano la fanteria in prima linea non come assessori, presidenti, ministri e governo che agivano a distanza. Hanno pagato i sacrifici delle guerre. Purtroppo, anche in Parlamento è stato bocciato un emendamento per i ristori. Chiediamo il riconoscimento dei medici e degli infermieri e dei sanitari morti in servizio come Vittime del dovere e di dare alle famiglie un beneficio. Va modificata la legge del 1980 sulle Vittime del dovere. Spero che anche questa Regione porti avanti questa modifica normativa che andrebbe a vantaggio dei nostri eroi”.

Donini ha assicurato che porterà “la questione nella commissione Salute nazionale. Già oggi le leggi consentono un’estensione dei benefici ai famigliari. E nella presidenza del Consiglio c’è un fondo di solidarietà per le famiglie di infermieri e medici deceduti in servizio”.

Lisei si è detto soddisfatto, augurandosi “che entro il prossimo 20 febbraio – giornata dei sanitari – si possa raggiungere questo obiettivo”.

(Gianfranco Salvatori)

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