Dall’anno d’imposta 2022, in attuazione delle disposizioni nazionali in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario, le aliquote dell’addizionale regionale Irpef vengono variate (gli scaglioni da cinque diventano quattro): di 0,1 punti percentuali per i redditi fino a 15mila euro, di 0,7 punti per i redditi oltre 15mila euro e fino a 28mila euro, di 0,8 punti per i redditi oltre 28mila euro e fino a 50mila euro e di 1,04 punti percentuali per i redditi oltre i 50mila euro.
Il provvedimento, presentato dall’esecutivo regionale, è stato approvato dall’Assemblea legislativa.
Le entrate restano invariate, il gettito non cambia: “La riforma nazionale delle aliquote Irpef -come ha riferito lo stesso assessore regionale al Bilancio, Paolo Calvano, in Assemblea- non aumenta in alcun modo la pressione fiscale per i cittadini”. L’assessore ha poi ricordato che “con lo sforzo della Regione Emilia-Romagna di questi ultimi anni, in ambito fiscale (in particolare su welfare e sanità), gli emiliano-romagnoli risparmieranno oltre 100 milioni di euro”.
Questo provvedimento, ha quindi ribadito il relatore di maggioranza Luca Sabattini (Pd), “contiene anche una scelta politica importante, la volontà è quella di affermare due principi: non aumentiamo la pressione fiscale e non si ha poi un deperimento del gettito complessivo”. La necessità, ha concluso, “è anche, in questa particolare fase, di avere bilanci solidi; è importante avere delle disponibilità per mettere in campo politiche pubbliche efficaci”.
Per il relatore di minoranza, Stefano Bargi (Lega), “con questa proposta si sgravano (seppur in modo lieve), con l’eliminazione di uno scaglione, i redditi più alti rispetto a quelli più bassi”. L’Emilia-Romagna, ha aggiunto, “dovrebbe lavorare per ridurre il carico fiscale, questo per favorire la crescita economica. Le Regioni che praticano un prelievo fiscale maggiore rispetto al nostro sono solo quelle con indebitamenti rispetto al sistema sanitario”. Il consigliere, con la presentazione di un emendamento, ha poi chiesto di intervenire sui carichi familiari, cercando di lasciare ai cittadini qualche risorsa in più (detrazioni per le famiglie dal secondo figlio o con figli disabili)”.
Per Simone Pelloni, della Lega, “non c’è stata da parte della maggioranza la voglia di confrontarsi su questo tema, forse anche per le loro divisioni interne”. Anche lui ha poi ribadito che “a calare sono le aliquote più alte, mentre per alcune fasce di reddito le imposte sono aumentate”.
L’emendamento della Lega è stato respinto dall’Assemblea. Respinto anche un ordine del giorno, anche questo targato Lega, sempre per sostenere le famiglie con figli disabili. Contenuto dei documenti sostenuto anche da Fratelli d’Italia, in particolare da Michele Barcaiuolo, che ha dichiarato voto favorevole, voto contrario invece rispetto al provvedimento base, ribadendo che “viene colpito chi ha redditi più bassi”.
Si rileva che le amministrazioni regionali possono utilizzare la parte della leva fiscale di propria competenza solo all’interno della cornice delle vigenti leggi statali in materia.
(Cristian Casali)