La Giunta dica se la creazione del polo logistico a Crespellano, nel comune di Valsamoggia (Bologna), sia “di rilevante interesse pubblico”, se non sia necessaria una Via (Valutazione di impatto ambientale) e se la sua costruzione “contrasti con gli obiettivi di riduzione del consumo di suolo previsti dalla legge urbanistica regionale 24/2017”. Il progetto prevede una piattaforma logistica di 91mila metri quadrati, all’interno di un’area di 190mila, e su un terreno agricolo, adiacente all’autostrada e vicino al nuovo casello autostradale di Valsamoggia.
Sono le domande poste, in un’interrogazione, da Silvia Zamboni (Europa Verde) in commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro. All’interrogazione ha risposto l’assessora alla Programmazione territoriale, Barbara Lori, la quale ha ricordato che “la Regione non interviene né nelle scelte né nell’approvazione di atti comunali. E’ stata considerata la cumulabilità degli impatti ed è stata reputata positiva. La sostenibilità dei progetti dovrà comunque essere verificata di volta in volta”. La Regione ha detto che la procedura preliminare non è conclusa. Riguardo a consumo di suolo e sprawl (dispersione, ndr) logistico, il Ptm (Piano territoriale metropolitano), poi, “differenzia il limite del 3% del consumo di suolo al 2050 in due quote: il 2% per interventi di interesse metropolitano e l’1% per interventi di interesse locale. Spetta alle amministrazioni definire la quota di consumo di suolo. Per l’applicazione del 3% del consumo suolo fino a 2050, “la Regione ritiene utile e necessario richiamare le amministrazioni al vaglio dell’utilizzo, rispettando le scelte, i ruoli e le competenze”.
La capogruppo di Europa Verde ha chiesto se il polo logistico che dovrebbe sorgere nell’area dell’ex stabilimento “Sos Beghelli” sia così importante “da giustificare l’adozione della procedura ex-articolo 60 della legge regionale 24 del 2017 e, pertanto, godere di un iter semplificato nella modifica delle pianificazioni approvate a livello comunale e metropolitano”. Oltre alla Via, Zamboni vuole sapere se non sia “opportuno valutare l’impatto di diverse piattaforme logistiche previste nel territorio della Città metropolitana di Bologna”. Un progetto che avrebbe un forte impatto sia sulla viabilità sia sull’ambiente, ha affermato Zamboni. Inoltre, vanno considerate le condizioni di lavoro. “E non è che la logistica crei molta occupazione” ha detto la capogruppo di Europa Verde. Dai dati della Città metropolitana emerge che ci sono 316 ettari di superfici e 1 milione di metri quadrati da occupare con la logistica. Infine, la consigliera ha chiesto se la Regione “non ritenga che la nascita di grandi centri logistici, al di fuori degli ambiti previsti dal Piano urbano della mobilità sostenibile (PUMS) e dal Piano territoriale metropolitano (PTM), contrasti con gli obiettivi di riduzione del consumo di suolo previsti nella legge urbanistica regionale 24/2017 e con gli obiettivi di riduzione dello sprawl (dispersione, ndr) logistico previsti dal PUMS”.
Zamboni, replicando, ha affermato che “c’è ancora uno spiraglio, perché la Regione ha detto che non è chiusa la procedura preliminare. Qui si trasforma terreno agricolo in logistica, si sostituisce la produzione con la finanziarizzazione di impresa”.
(Gianfranco Salvatori)