La Giunta spieghi se è vero che da 13 anni si versano oltre 4 milioni l’anno per l’affitto del laboratorio unico della Romagna, a Pievesestina di Cesena, se corrisponda al vero che l’Ausl della Romagna avrebbe un’altra area a Villa Chiaviche e avrebbe valutato di realizzarvi un nuovo laboratorio.
Sono, in sintesi, le richieste di Marco Lisei (Fratelli d’Italia) contenute in un’interrogazione in cui chiede se sia vero che da 13 anni si pagano 4,2 milioni di euro annui “per l’affitto degli spazi del laboratorio unico della Romagna a Pievesestina di Cesena e se non si ritenga che con le risorse utilizzate fino ad oggi non si potesse quantomeno acquisire un bene che restasse nella disponibilità pubblica”. Il consigliere vuole sapere se “recentemente un fondo immobiliare sarebbe subentrato come nuovo proprietario e in caso di risposta affermativa perché non si sia provveduto a ricontrattare gli onerosi canoni di affitto”. Infine, Lisei chiede alla Regione “se corrisponda al vero che l’AUSL della Romagna godrebbe già del possesso di un’ulteriore area nella zona di Villa Chiaviche, a ridosso dell’area prevista per il nuovo Ospedale di Cesena, e se sì da quanto; se si sia valutata l’opportunità di realizzare un nuovo laboratorio analisi interrompendo l’esborso di importanti risorse economiche in atto da ben 13 anni (anno di inaugurazione del laboratorio dell’area vasta Romagna), quale sia il progetto, come sia finanziato e quali siano i tempi di realizzazione e abbandono del precedente contratto di locazione”.
Nel 2019, ricorda il capogruppo, è stato firmato l’accordo per il nuovo polo ospedaliero di Cesena, che dovrebbe sorgere su 22 ettari di proprietà dell’Ausl. Ma l’Azienda sanitaria, scrive Lisei, sarebbe in possesso di un’ulteriore area a Villa Chiaviche, nei pressi di quella individuata per il nuovo ospedale, idonea alla realizzazione delle strutture necessarie al funzionamento del Laboratorio Unico della Romagna. Nell’area del nuovo ospedale si potrebbero inserire i laboratori, consentendo così il risparmio di 4,2 milioni l’anno che vengono pagati a una società immobiliare privata.
Lisei conclude: “La scelta fatta nel 2009 di corrispondere un canone di affitto ad un privato anziché individuare da subito un immobile o un terreno già di proprietà pubblica che rappresentasse una soluzione duratura e meno onerosa ha comportato ingenti spese per la Ausl che potevano essere evitate o quantomeno potevano essere ridotte”.
(Gianfranco Salvatori)