La garante regionale per i minori Claudia Giudici e il garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri, accompagnanti dal garante bolognese dei detenuti Antonio Ianniello, hanno incontrato nel pomeriggio di ieri una rappresentanza dell’istituto minorile composta dal direttore della struttura, dal comandante della Polizia penitenziaria, dalla responsabile dell’area educativa e da una componente del servizio sanitario dell’Ausl di Bologna (la coordinatrice assistenziale), dal responsabile dell’Unità organizzativa psichiatria e psicologia dell’età evolutiva dell’Ausl di Bologna e dal responsabile della medicina penitenziaria del carcere della Dozza e dell’istituto penitenziario minorile.
“L’istituto penitenziario minorile di Bologna – spiegano i garanti Giudici e Cavalieri – conosce una fase molto critica conseguente alla decisione dell’amministrazione della giustizia minorile di aumentare il numero di giovani reclusi spingendo la capienza della struttura sino a 44 persone, attualmente sono presenti 33 persone di cui 8 minorenni. Abbiamo però rilevato che, in proporzione, non sono state incrementate le dotazioni di personale educativo e che la struttura, ricavata da uno storico edificio religioso, non permette una qualunque flessibilità nell’adattamento degli spazi destinati sia agli ambienti educativi e formativi che della socialità”.
“Apprezziamo gli sforzi dei vertici del penitenziario – continuano i due garanti regionali – ma non possiamo non sottolineare la marcata matrice detentiva nell’organizzazione della giornata di questi minorenni, che si interfacciano con la comunità esterna, nelle forme di docenti, formatori e volontari, solo per sei ore al giorno. Inoltre, è risultato insufficiente l’utilizzo di mediatori linguistico culturali, attivo per lo più solo grazie a un progetto del Comune di Bologna. Sulla frazione dei minorenni si concentrano infatti le maggiori criticità, nell’ultimo mese due ragazzi hanno tentato il suicidio”.
“I rappresentanti della sanità – concludono i garanti Giudici e Cavalieri – hanno evidenziato la complessità dei percorsi di vita dei ragazzi presenti e che la presenza dei minorenni è incrementata nell’ultimo periodo in parte per il fenomeno delle baby gang al quale le Procure rispondono spesso con il passaggio alla detenzione”.
Al termine della visita i Garanti dell’Emilia-Romagna Claudia Giudici e Roberto Cavalieri hanno condiviso l’impegno di:
– condurre una verifica circa le comunità per minori che ospitano ragazzi provenienti dai circuiti detentivi per i quali si verifica un elevato indice di fallimento di questi percorsi;
– verificare presso l’amministrazione centrale della Giustizia minorile le politiche di distribuzione delle persone inviate alle strutture detentive minorili nell’ambito nazionale al fine di verificare le motivazioni del potenziamento, che appare inopportuno, della capienza della struttura del Pratello;
– sensibilizzare l’amministrazione regionale alla promozione della presenza di operatori educativi in grado di accompagnare i minori nella quotidianità della detenzione e sostenerli nel percorso di accettazione delle regole detentive, su questo punto verrà realizzato un confronto con la sanità penitenziaria e i referenti delle politiche sociali regionali.