Ambiente e territorio

No a risoluzione Fdi su deroghe a riscaldamento con stufe a pellet e caminetti

“Per fronteggiare la crisi energetica e il rincaro delle bollette”. Sotto i 300 metri è vietato usare generatori di calore a biomassa legnosa ad alto impatto

A fronte dell’emergenza legata alla guerra in Ucraina e agli enormi rincari delle bollette, Fratelli d’Italia ha presentato una risoluzione affinché la Giunta consenta ai cittadini di utilizzare mezzi di riscaldamento, a prescindere dalla classificazione, quali camini, caminetti e stufe a pellet. La risoluzione è stata respinta dall’Assemblea.

Ricordando che nei comuni sotto i 300 metri, dal 1° ottobre al 30 aprile, è vietato usare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa ad alto impatto emissivo al di sotto della certificazione a 3 stelle, Fdi sottolinea come in questa fase sia necessario poter ricorrere ad alternative: “La congiuntura internazionale, nel primo trimestre del 2022, ha provocato incrementi pesanti: per l’energia elettrica, il prezzo di riferimento per il cliente tipo è passato da 20,06 centesimi di euro per kWh nel primo trimestre 2021 a 46,03 centesimi di euro per kWh; per il gas naturale, da 70,66 centesimi di euro per metro cubo a 137,32 centesimi di euro negli stessi intervalli temporali”. Per Fdi occorre difendere le imprese e le famiglie. “Il costo della materia prima -aggiunge Fdi- è quadruplicato anche per le utenze domestiche. A parità di consumi, le bollette del gas sono quasi raddoppiate in un anno. Tali aumenti sono inammissibili stante la drammatica crescita di nuovi poveri nel 2020 pari a +44%, secondo il nuovo rapporto della Caritas italiana”.

Il Partito democratico, dopo aver detto che la risoluzione proviene da forze non europeiste, ha ricordato la sentenza della Corte di giustizia europea che condanna l’Italia per l’inquinamento nel Bacino padano. “Una procedura di infrazione -hanno affermato i dem- provocata dallo sforamento delle polveri sottili Pm10″. La Regione, ha continuato il Pd, in questi anni si è mossa e ha stanziato 11 milioni di euro per sostituire caminetti, stufe e altri tipi di riscaldamento.

Fdi ha sottolineato la crisi energetica acuita dalla guerra in Ucraina che vede “l’Italia dipendente dagli idrocarburi russi. Si parla di transizione ecologica, ma la Francia usa il nucleare e la Germania riattiva le centrali a carbone. In Italia ci sono assolutisti e opportunisti. I primi sono gli ambientalisti radicali, i secondi quelli che non si sono mai interessati di ambiente, ma che, solo per conquistare spazi elettorali, si travestono da sacerdoti dell’ambiente. Il presidente Bonaccini dice sì al rigassificatore e noi ci attendiamo che dica sì alla nostra risoluzione”. Replicando al Pd, Fratelli d’Italia ha detto che è “assurdo porre l’asticella a 300 metri quando non ci sono controlli, è una ipocrisia di fondo”.

La Lega ha ricordato che “nel 2018 c’è stata una battaglia su stufe e caminetti e sulla quota di 300 metri, a cui la maggioranza ha sempre detto no. Diciamo no a due pesi e due misure: se si è deciso di non spegnere i termovalorizzatori, non si può dire no a stufe e camini”.

Europa Verde, infine, ha evidenziato che “l’inquinamento atmosferico ci ha portato alle sanzioni europee. L’inquinamento emerge dai dati che mostrano il superamento delle soglie di concentrazione di polveri sottili (emesse anche dagli impianti di riscaldamento). Non è l’Europa che inventa l’inquinamento del Bacino padano, che tra l’altro causa anche migliaia di decessi”.

(Gianfranco Salvatori)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 28 aprile 2022 è soggetta alle disposizioni in materia di par condicio

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