E’ stata respinta la risoluzione di Forza Italia che voleva impegnare la Giunta ad azzerare l’addizionale regionale riguardante l’accisa sul gas naturale, provvedimento a sostegno delle famiglie, delle imprese e dei cittadini.
Famiglie e imprese, ha scandito Fi, hanno visto un’impennata dei prezzi dopo l’aumento del costo delle materie prime causato dalla guerra. L’aumento del gas naturale incide sulla bolletta e sulla spesa per circa 1.500 euro l’anno. E le imprese che usano grandi quantità di gas, come il distretto ceramico, sono preoccupate mentre la produzione rallenta e si avvia la cassa integrazione, con ricadute anche sull’economia regionale. L’accisa regionale sul gas vale tra i 75 e gli 80 milioni di euro annui. “La risoluzione sta trovando il voto trasversale di molti gruppi nei Consigli comunali -ha affermato Forza Italia- e approvarla sarebbe un segnale importante. Capisco lo sforzo del bilancio (si tratta dello 0,4%), ma l’apertura a intervenire su un’accisa superata ormai da altre Regioni sarebbe importante per i cittadini emiliano-romagnoli.
Il Partito democratico, annunciando il voto contrario alla risoluzione, ha affermato che per il Bilancio della Regione “la cifra è importante se si confronta col valore unitario che pesa sul costo della bolletta. Per una famiglia di 4 persone il peso dell’addizionale sul gas è di 44 euro l’anno. La Regione non ha mai fatto mancare lo stimolo costante, a livello nazionale ed europeo, a provvedimenti poi messi in campo dal governo. Durante la pandemia ci sono state risorse importanti della Regione, che ha riprogrammato fondi europei e dato contributi. La diminuzione di 80 milioni sarebbe un impoverimento importante delle strategie politiche della Regione”.
Secondo Europa Verde, “sono chiari la crisi energetica e i costi aumentati delle bollette. La risoluzione non risolve alcunché perché il vantaggio per le famiglie sarebbe più che trascurabile, ma ci sarebbe un forte ammanco di bilancio. La Regione copre già le spese per la pandemia. Bisogna sollecitare il governo a intervenire sugli aumenti. Si considerino gli extraprofitti: ad esempio, Eni nei primi 3 mesi del 2022 ha registrato un utile di 293 volte superiore rispetto allo stesso trimestre del 2021. L’extra ricavo è di 7,9 miliardi e l’extraprofitto in sei mesi è di 40 miliardi, ma il governo tassa solo il 40%”.
La Lega ha affermato che “la tassazione è incentivante o disincentivante rispetto alle politiche che si attuano. Serve un contrasto ai rincari energetici, specie per il metano, che per 20 anni sarà ancora parte del sistema energetico. Alcune regioni “hanno addizionali più basse – l’Emilia-Romagna è tra quelle più alte – e la Lombardia l’ha tolta. La proposta di Fi è interessante e 44 euro sono un aiuto per una famiglia. Pensiamo non si debba disincentivare il metano in questa fase”.
(Gianfranco Salvatori)
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