Ambiente e territorio

Lega: “A Modena prezzi alle stelle per acqua delle condotte a usi plurimi utilizzata da imprese”

“Usata dalle aziende invece di prelevare quella sotterranea più pregiata. È in contraddizione con la politica ambientale e alza i costi per le imprese. Troppo alte le tariffe di Hera”

acqua a km 0

La Regione intervenga sull’alto costo dell’acqua per le aziende, in particolare nel distretto ceramico del modenese, e dica se non lo ritenga “in contraddizione con gli obiettivi ambientali prefissati”. Inoltre, spieghi “se e quali iniziative intenda intraprendere affinché l’allacciamento e la derivazione idrica da condotte per usi plurimi possa davvero conciliare esigenze ambientali e di salvaguardia della risorsa idrica pregiata sotterranea con altrettante esigenze di sostenibilità economica”.

A chiedere chiarezza è la Lega, con un’interrogazione alla giunta. Gli acquedotti ad usi plurimi sono infrastrutture utili e salvaguardano l’acqua sotterranea, più pregiata, destinata a usi agroindustriali. Utilizzando gli acquedotti plurimi si riduce il consumo dell’acqua sotterranea.

Le fonti di approvvigionamento oggi sono il prelievo da acque sotterranee regolato da apposita concessione di derivazione, ad oggi di competenza di ARPAE-SAC, e l’allaccio alla condotta acquedottistica usi plurimi gestita da HERA spa. Il Carroccio ricorda che una delibera del 2015 “ha fissato il canone concessorio per i prelievi ad uso industriale da acque sotterranee compresi fra i 3.000 mc e i 3.000.000 mc, corrispondenti al range dei tipici consumi aziendali, a un importo forfettario di 2.134 euro/anno valutato al 2017, soggetto agli annuali adeguamenti Istat”.

Gli approvvigionamenti da condotta usi plurimi “sono invece soggetti a regimi tariffari regolati da contratto Hera S.p.a., (probabilmente regolati da delibera di Atersir) che, come risulta da alcune bollette poste a nostra conoscenza, mostrano un importo a consumo pari a circa 0,3 euro/mc che, rapportato a un consumo medio aziendale di circa 60.000 mc/annui, fa lievitare i costi per la risorsa idrica a 18.000 euro/annui”.

La Lega sottolinea che “è quindi evidente come gli obiettivi di sostenibilità ambientale fondanti l’infrastruttura dell’acquedotto ad usi plurimi, non sia allineato a un’altrettanta politica di sostenibilità economica, con maggiori costi a carico dell’imprenditore”.

Infine, evidenzia la Lega, da alcune bollette emerge che “le tariffe determinate da Atersir per le imprese che sono costrette ad utilizzare la condotta ad usi plurimi di San Michele dei Mucchietti per l’approvvigionamento idrico risultano in proporzione notevolmente più elevate (0,2894 al metro cubo, quasi fino a 10 volte di più) di quelle pagate dalle aziende che in passato avevano ricevuto l’autorizzazione al prelievo delle acque sotterranee”. Una sperequazione che “rischia di vanificare gli obiettivi ambientali individuati con la messa in funzione della condotta ad usi plurimi di San Michele dei Mucchietti e pone serie difficoltà alle attività economiche delle aziende interessate”.

(Gianfranco Salvatori)

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