E’ stata respinta la risoluzione di Rete Civica che avrebbe impegnato la giunta a una più omogenea distribuzione dei posti letto convenzionati nelle residenze per anziani, a favore dei territori che ne sono attualmente scoperti. Oltre alla risoluzione, è stato respinto anche un emendamento della Lega che modificava l’impegno della Regione.
Rete Civica si è accorta che la pianificazione dei posti nelle case protette ha fatto sì che ci siano state concentrazioni in alcune aree specifiche, un problema per parenti e amici degli anziani che devono percorre molti chilometri.
In Emilia-Romagna, ha spiegato il movimento civico, “sono diverse le strutture ad avere alcuni o tutti i posti convenzionati con l’Ausl (la cui retta è parzialmente compartecipata attraverso i distretti tramite il fondo regionale per la non autosufficienza)”. Risultano, però, scoperte alcune aree, anche nell’Appennino bolognese. Questo, prosegue, “determina, inevitabilmente, disagi non indifferenti per una fascia della popolazione già fortemente provata, anche dall’emergenza pandemica”.
Lo stanziamento regionale, per il 2021, rivolto alla non autosufficienza, si legge nell’atto d’indirizzo, “ammonta a 457 milioni di euro, che arriva a 520 milioni con il fondo nazionale e con il fondo ‘dopo di noi’”. Rete civica, però, rileva che “il Veneto investe 736 milioni, cui va anche aggiunta, per questa fascia della popolazione, la tassazione agevolata ai fini dell’addizionale Irpef”.
“La risoluzione -ha scandito Rete Civica- vuole portare a una riflessione sulla riorganizzazione dei servizi socio assistenziali e sulla distribuzione dei posti letto, per garantire una soluzione agli anziani non autosufficienti”.
Il Partito democratico ha votato contro la risoluzione sostenendo che la “dislocazione più omogena dei posti non compete alla Regione, ma ai distretti sociosanitari, ai Comuni, anche per il concetto di prossimità del servizio per rendere possibile la visita di parenti e amici finalizzata al benessere degli anziani”. I 38 distretti erogano questi servizi e nel 2022 ci sarà una verifica e si pone il tema della revisione – anche a causa dei decessi dovuti al Covid – delle regole di accreditamento nelle Cra.
La Lega ha proposto un emendamento che esclude la Regione da un intervento pratico e nella quale si invita il presidente a “sensibilizzare e suggerire” agli enti coinvolti una dislocazione più omogenea. Questo argomento, ha sottolineato il Carroccio, emerge anche nel Fondo per la non autosufficienza. Le famiglie sono in difficoltà e hanno un problema grave se arrivano a rivolgersi al pubblico: “Le liste di attesa aumentano e serve un aumento dei posti. In alcuni casi, i posti sono diminuiti per l’emergenza Covid. Il problema si è aggravato e non c’è soluzione. La maggioranza vota contro una proposta di buonsenso”. Per il Carroccio, inoltre, non c’è ancora una risposta sui 9 milioni in più per il Fondo per la non autosufficienza e in tre anni non è stato aggiunto un posto nelle Cra: “Se il fondo non è aumentato, non lo è nemmeno la domiciliarità (non un posto per la semiresidenzialità, anzi i posti sono calati). Nell’aiuto a fragili, disabili, non autosufficienti, minori, non c’è una risposta”. Infine, la Lega ha affermato i posti nelle Cra sono legate alla montagna, la cui legge deve essere rivista così come “serve una riflessione approfondita anche sulle nuove esigenze degli anziani, sulle risorse esistenti”.
(Gianfranco Salvatori)
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