Includere e valorizzare il Cammino di Santa Giulia all’interno del Circuito Regionale dei Cammini e Vie di Pellegrinaggio in Emilia-Romagna.
Disco verde della commissione Politiche economiche – all’unanimità dei consiglieri presenti, di maggioranza e opposizione – presieduta da Manuela Rontini, alla risoluzione di Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) che chiede “l’ampliamento dell’offerta di itinerari culturali e paesaggistici di particolare rilievo europeo e nazionale, data la rilevanza strategica per il nostro territorio regionale. La promozione e il riconoscimento di nuovi cammini costituisce un’opportunità per consolidare la nostra Regione come meta prestigiosa del turismo sostenibile e come terra ricca di testimonianze di fede, di antiche vie di pellegrinaggio e commercio nonché per valorizzare le destinazioni turistiche culturali meno note, rispondendo al contempo, alle specifiche esigenze di sviluppo del territorio e delle economie locali, dei suoi operatori e stakeholder”.
Il cammino coinvolge tre regioni (Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia), comprende ventidue amministrazioni delle province di Modena e Reggio Emilia ed è nato nel 2015 per valorizzare la regione e promuovere il turismo lento in un itinerario evocativo di un fatto storico, “caratterizzandosi per il passaggio in tutte le località (chiese e pievi) intitolate alla Santa, dove in alcune di queste, come a Monchio (Modena), sono presenti le reliquie”. Sono venti i cammini previsti insieme con le vie di pellegrinaggio e ha numerosi percorsi a piedi, alcuni anche in bicicletta, tutti mappati.
Matteo Daffadà (Partito Democartico) ha annunciato il voto favorevole alla risoluzione “per rimarcare l’interesse di questi itinerari emiliano-romagnoli ed europei. Iniziative che valorizzano e promuovono i territori sui quali arriveranno turisti e investimenti”.
Stefano Bargi (Lega) annunciando il voto favorevole del carroccio, ha affermato che “è un fatto positivo per il turismo verde quando possiamo aggiungere alla fruizione turistica e culturale territori come l’Appennino”.
(Gianfranco Salvatori)