I dati informatici vengono scambiati tra Paesi membri e settori, sono disponibili per l’utilizzo nel pieno rispetto dei valori e delle regole europee ed esistono regole eque, chiare e pratiche per il loro accesso e il loro uso. In sintesi: con il Data Act ci sarà maggiore collaborazione per l’utilizzo dei dati tra pubblico e privato nell’interesse del bene comune.
Disco verde della commissione Bilancio e affari generali presieduta da Massimiliano Pompignoli alla “Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante norme armonizzate sull’accesso equo ai dati e sul loro utilizzo”. La normativa è stata presentata dal Direttore Generale dell’Assemblea legislativa Leonardo Draghetti che ha ricordato come sia stata “realizzata una Rete europea e questo è un fatto molto importante. I risultati sono il frutto della collaborazione tra giunta e Assemblea”.
La proposta di regolamento ha carattere orizzontale e stabilisce principi che, con riferimento ai diritti di utilizzo dei dati, dovranno essere applicati in tutti i settori, dai macchinari intelligenti ai beni di consumo, dai trasporti all’energia. L’obiettivo generale della Commissione europea è quello di eliminare gli ostacoli all’accesso ai dati per gli operatori pubblici e privati e liberare il valore dei dati generati dagli oggetti connessi in Europa, preservando, comunque, gli incentivi a investire nella generazione di dati e tutelando le PMI dallo strapotere delle grandi imprese, che godono di una posizione negoziale più forte.
Con questa norma, inoltre, gli enti pubblici potranno utilizzare, in determinate situazioni di emergenza pubblica o di carattere eccezionale, i dati delle imprese per migliorare il processo decisionale e dare risposte più efficaci ed efficienti ai cittadini. Le imprese non perderanno comunque il controllo sui dati generati dai loro prodotti grazie a meccanismi che garantiranno sia la compensazione dei costi per la messa a disposizione dei dati, sia la protezione dei dati commercialmente sensibili, inclusa la protezione dei segreti commerciali. La nuova norma facilita, inoltre, la portabilità dei dati, introduce garanzie contro il trasferimento illecito e stabilisce che il diritto sui generis non si applica alle banche dati generate automaticamente o ottenute nel contesto dell’internet delle cose (IoT), garantendo così la possibilità di accedere e utilizzare tali dati.
Il Data Act, nel rispetto della normativa sui dati personali, disciplina obblighi, diritti e compensi di utenti, imprese e pubbliche amministrazioni con riguardo alla messa a disposizione (o condivisione) di dati nell’ambito delle relazioni business-to-consumer (B2C), business-to-business (B2B), business-to-government (B2G), che si sviluppano nel contesto del mercato unico europeo di dati.
Il provvedimento è un passo in avanti sul percorso di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica: su questa iniziativa è stata attivata la prima consultazione pubblica per la partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione del diritto e delle politiche dell’Unione europea. La consultazione si è tenuta sulla piattaforma di e-democracy della Regione Emilia-Romagna PartecipAzioni.
Sul tema è stata approvata anche una risoluzione. Maura Catellani (Lega) ha ricordato come “dobbiamo lavorare ancora per superare le difficoltà che ci sono su alcuni temi che riguardano le imprese, serve più semplificazione”, mentre dal canto suo Luca Sabattini (Pd) ha confermato la bontà del documento perché legato ai grandi investimenti fatti dalla Regione su elementi come il Tecnopolo di Bologna e più in generale sul tema dei Data.
(Luca Molinari)