Fermare gli incentivi che favoriscono la combustione a biomasse, in particolare quelle di origine forestale.
Lo ha chiesto alla giunta, in fase di question time, la consigliera Giulia Gibertoni (gruppo Misto). La capogruppo vuole sapere se la Regione “non ritenga necessario ridurre lo sfruttamento delle foreste e dei boschi regionali, compresi quelli ripariali, come condizione indispensabile per il ripristino degli ecosistemi, cessando la dipendenza dalla combustione di legno, vero controsenso nell’azione di riduzione delle emissioni climalteranti, assumendo finalmente una posizione netta e recependola nel Piano triennale di attuazione 2022-2024 del Piano energetico regionale 2030, nonché cessando ogni qualsivoglia incentivazione regionale rivolta a favorire la combustione delle biomasse, in particolare di quelle di origine forestale”.
A Gibertoni ha risposto l’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla: “Le risposte sono già state date alle sue interrogazioni del 2021 e 2022. Le politiche regionali sono volte a contenere la combustione delle polveri da biomassa. Il Pair 2020 regolamenta la biomassa per il riscaldamento domestico. Poi, il Pta prevede che gli impianti che non rispettano le norme non saranno finanziati. Nel Pai 2020 si stabilisce che gli impianti a biomassa debbano essere a emissioni zero. Inoltre, non ci saranno incrementi di Pm10 a causa dell’uso di bioenergie”. Riguardo ai boschi, Colla ha detto che ci sono 650mila ettari, una superficie mai così alta negli ultimi 50 anni, e che il 90% del legno dei boschi è per usi energetici domestici o di autoconsumo del legname prodotto. La biomassa legnosa tocca un quantitativo di 1,3 milioni di metri cubi l’anno, inferiore all’accrescimento della biomassa legnosa regionale.
Secondo la consigliera del Misto “la combustione di biomasse emette più anidride carbonica rispetto ai combustibili fossili e le foreste a causa di questo – riconosciuto dalla Commissione europea – ricrescono troppo lentamente per compensare emissioni provocate da combustioni. Purtroppo ci sono anche i tagli dei boschi ripariali”.
Le centrali energetiche alimentate a biomasse non hanno nulla di climaticamente neutro, inoltre fanno parte di un settore “tenuto artificialmente in piedi, ancora oggi, dagli incentivi pubblici e pressanti richieste arrivano ogni giorno alla proroga di queste incentivazioni”. In Pianura padana non ci si può permettere alcuna combustione, perché è già stato raggiunto l’aumento di due gradi delle temperature.
Gibertoni sottolinea anche come sia “una vera contraddizione in termini” finanziare “la valorizzazione energetica delle biomasse legnose”, anche perché il Pnrr stabilisce che “nessuna misura debba arrecare danno agli obiettivi ambientali”.
Gibertoni ha replicato all’assessore sottolineando la “miopia generale che è nella Regione, renitente al cambiamento. E questo è grave. C’è una tripla predazione: diamo incentivi alle centrali a biomasse, viene tolta ai cittadini la massa arborea e non esiste alcuna dichiarazione per restituire ai cittadini i mega profitti delle società energetiche e di multiservizi realizzati con i recenti aumenti dei prezzi”.
(Gianfranco Salvatori)