Pacchetto assestamento del Bilancio 2022 della Regione promosso dalle parti sociali, ma c’è preoccupazione da parte di Confindustria e sindacati per la tenuta dei conti della sanità regionale alla luce della decisione del governo Draghi di non prevedere risorse economiche per ripianare i costi della pandemia sostenuti nel 2021.
Le parti sociali promuovono il pacchetto ‘assestamento di Bilancio 2022 (assestamento, collegato e Defr) presentato dalla giunta regionale: il disco verde è arrivato nell’audizione avvenuta nel corso della commissione Bilancio presieduta da Massimiliano Pompignoli.
A illustrare il Defr è stato l’assessore al Bilancio Paolo Calvano: “Avevamo una crescita molto forte, ma si stanno sentendo i problemi legati alla guerra in Ucraina, comunque la crescita in Emilia-Romagna sarà più alta della media nazionale. Fra le nostre priorità ci sono il rafforzamento della sanità pubblica universale e il sostegno alle imprese, specie l’internazionalizzazione”. All’assessore ha fato eco la relatrice di maggioranza Marilena Pillati (Pd): “Lo scenario internazionale segnato dalla guerra e dall’aumento del costo delle materie prime ci ha portato a rivedere le stime di crescita, ma la nostra Regione cresce più dell’Italia e se l’Emilia-Romagna vuole essere ancora la locomotiva del Paese non deve lasciare indietro nessuno”. Critica la relatrice di minoranza Maura Catellani (Lega): “Il Defr è inquadrato in un contesto molto meno roseo di quello che dice la giunta. Ci aspettiamo un aumento dei tassi di interesse che ci fa temere una situazione economica molto preoccupate. Anche il piano investimenti proposto dalla giunta ci lascia molti dubbi”.
Per assestamento e Bilancio, invece, il compito di presentare la manovra di metà anno è toccato al relatore di maggioranza Luca Sabattini (Pd): “Si tratta di una manovra importante che punta a tenere insieme crescita e coesione sociale, ma resta l’incertezza derivante dalle mancate scelte del governo Draghi in materia di rimborso per le spese straordinarie sopportate dalle Regioni per il Coronavirus nel corso del 2021-2022”. È stata la volta, poi, del relatore di minoranza Stefano Bargi (Lega): “L’hanno scorso la giunta si esaltava per la crescita, noi dicevamo di non esaltarsi troppo perché ci sarebbero stati problemi e i fatti ci stanno dando ragione. Fra rimbalzi dovuti alla ripartenza, speculazione e guerra la situazione attuale è molto problematica, specie per il comparto della sanità”.
Numerosi gli interventi dei rappresentanti delle parti sociali.
“L’assestamento è una manovra coerente e corretta all’interno del quadro tracciato dal Bilancio di previsione 2022 approvato lo scorso dicembre, per questo non abbiamo osservazioni puntuali nel merito”, ha spiegato Gianluca Rusconi, vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna, per il quale però “come anticipato dal consigliere Bargi, c’è un serio problema nel comparto sanitario. Il quadro generale della sanità non è più sotto controllo, e la sanità non può non essere in equilibrio finanziario. Ora serve aprire un tavolo per capire la reale entità del disavanzo in sanità e come la Regione voglia coprirlo alla luce anche della decisione del governo di non ripianare le maggiori spese delle Regioni. Siamo preoccupati dall’ipotesi, che in linea teorica sarebbe possibile, di un utilizzo della leva fiscale da parte della Regione per ripianare il disavanzo in sanità”.
Netta la posizione di Marco Pasi, Direttore di Confesercenti Emilia-Romagna, che ha sottolineato come “questo è l’unico assestamento possibile in questo quadro generale. Siamo molto attenti alle norme e alle risorse sul turismo. Siamo convinti dalle impostazioni sul commercio perché si va incontro alle esigenze del settore. Occorre intervenire per potenziare i consorzi fidi a sostegno delle imprese”.
Per la parte sindacale sono intervenuti Antonio Amoroso, Segretario Cisl Emilia-Romagna, e Michele Bertaccini, Uil Emilia-Romagna. Per Amoroso “la situazione della sanità è preoccupante, il governo non riconoscere i costi della pandemia per il 2021 e questo comporta ripercussioni per il 2022 e mette in crisi l’intero sistema. Come sindacati non accettiamo che per il governo Draghi la spesa sanitaria sia in calo rispetto al 2019 perché sarebbe in contrasto rispetto a tutto quello che abbiamo detto in questi anni di pandemia. Come sindacati confederali siamo impegnati a dirlo al governo ed è bene che così facciano tutti”. Bertaccini ha ricordato come “la situazione della sanità ci preoccupa, chiediamo scelte e decisioni chiare che mettano al centro il ruolo pubblico della sanità. Visto il perdurare della pandemia è evidente che i problemi economici del 2021 ci saranno anche nel 2022. Ogni consiglio comunale, come ha fatto ieri quello di Bologna, e anche l’Assemblea legislativa regionale devono discuterne: sulla sanità ci giochiamo il nostro futuro, perché difesa e cura della salute sono fondamentali”.
“Il Defr ci conferma come ci sia un deficit demografico che è poco compensato dall’immigrazione”, spiega Massimo Melega, Segretario Federmanager Bologna, Ferrara e Ravenna, che invita a separare la previdenza dall’assistenza e a riaprire i Pronto Soccorso sul territorio per non ingolfare quelli dei capoluoghi.
(Luca Molinari)