Caldo e salute pubblica: la consigliera Silvia Zamboni (Europa Verde) ha presentato un’interrogazione a risposta immediata in aula per sapere “quali servizi, in collaborazione con gli enti locali, le Aziende Usl e le associazioni di volontariato, sono stati attivati per mitigare gli effetti delle ondate di calore sulla salute delle persone, in modo da fornire un’assistenza che prevenga e riduca il disagio e il ricorso ai pronto soccorso, già provati dalla pandemia e oggi di nuovo alle prese con il rialzo del numero di casi Covid”.
“L’aumento delle temperature -ha ricordato Zamboni- è conseguenza dell’incremento dell’effetto serra, a sua volta all’origine del cambiamento climatico ormai in corso che ha ricadute anche sulla salute. Recentemente sono state registrate difficoltà nei pronto soccorso, soprattutto a Bologna, e il risultato è un super afflusso che manda in tilt il personale, già provato dalle carenze degli organici e dalla ripresa dei contagi da Covid. Lo ha confermato anche il direttore del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Occorre pensare a una soluzione”.
La risposta è venuta dall’assessore alla Sanità Raffaele Donini: “In Emilia-Romagna è attivo un sistema di monitoraggio curato da Arpae che registra le ondate di calore in estate. Anziani e fragili sono attenzionati maggiormente perché è importante indirizzare a loro le azioni di prevenzione. Secondo le linee guida regionali le Aziende sanitarie effettuano sorveglianza attiva, a domicilio o monitorando gli accessi ai pronto soccorso delle categorie a rischio, potendo contare su gruppi operativi in contatto con Arpae. In questo quadro viene tenuto conto del rialzo dei casi di Covid”.
La consigliera Zamboni ha replicato: “Qualcosa non sta funzionando, perché se il direttore del Sant’Orsola denuncia numeri anomali riguardo ad accessi per le ondate di calore bisogna verificare come agisce questa rete. I problemi si vanno ad aggiungere all’aumento dei casi Covid per cui maggiori verifiche vanno messe in campo”.
(Lucia Paci)